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Aprile,26,2024

ELEZIONI, COMUNISTI CALABRESI PENALIZZATI DA ROMA

“Lo stato attuale a cui si è pervenuti è conseguenza del venir meno della dialettica politica, evidentemente bypassata dal decisionismo centralizzato, che preferisce risolvere attraverso l’imposizione, determinando, di fatto, una situazione di conflitto, lontanissima dalla volontà e dalle intenzioni del partito calabrese, che, al contrario, ha lavorato per ricercare la soluzione più forte ed unitaria possibile”. E’ uno dei passaggi contenuti in un documento approvato dal Comitato politico regionale del Partito della Rifondazione comunista della Calabria che contesta le scelte della dirigenza nazionale ma confida in un “recupero del rapporto di fiducia” tra centro e periferia. “Proprio in considerazione di ciò – è detto nel documento che ha ottenuto il voto favorevole del 90% dei presenti – riteniamo che le decisioni prese (ma al momento non ufficializzate) al tavolo nazionale, da parte della delegazione del partito dimostrino ancora una volta come il partito calabrese venga così poco considerato dal gruppo dirigente centrale, da essere ritenuto non capace di avere rappresentanti che siano espressione del proprio territorio. Evidentemente, l’abitudine di penalizzare elettoralmente i comunisti calabresi tarda a morire e, se andiamo indietro nel tempo, possiamo facilmente ricordare che l’80% degli eletti in Parlamento, in Calabria, sono stati compagni di altre regioni, calati dall’alto (e di cui nessuno ricorda niente di significativo né di propositivo nei confronti del popolo calabrese)”. Non è ancora il momento di disperare, anzi vogliamo augurarci che il gruppo dirigente centrale ritrovi la lucidità per ritornare sui suoi passi, operando la scelta più seria ed opportuna nell’interesse della nostra regione e del partito”. Il partito calabrese vuole che Monica Nardi venga candidata al secondo posto, nel listino proporzionale alla Camera.

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