Il TAR della Calabria ha dato ragione all’AIOP: i decreti del commissario alla sanità numero 49 e 50 devono essere annullati. La definizione del finanziamento delle cliniche private e degli ambulatori specialistici va rivisto, perché c’è un errore nel ripiano delle risorse. Denari che avrebbero dovuto essere dati alle cliniche sono finiti agli ambulatori. C’era già stato un annullamento, da parte del Consiglio di Stato, di un precedente decreto, il 172 del 2018. Palazzo Spada l’aveva dichiarato illegittimo perché aveva incluso le prestazioni APA e PAC nei budget degli ambulatori piuttosto che in quelli delle cliniche. Gli APA e PAC sono prestazioni ambulatoriali complesse e andavano erogati in clinica, non negli ambulatori. Sono poco più di 11 milioni all’anno. Ma qualcuno ha fatto il furbo, perché non vi è stato un reale aumento dei fondi. L’operazione di riportare le prestazioni APA PAC nel settore ospedaliero avrebbe dovuto comportare l’aumento del budget riportando cioè nel budget ospedaliero gli importi trasferiti negli anni precedenti. Addirittura il budget fissato per le cliniche nel 2021 è inferiore a quello previsto nel 2018, comprensivo delle sole prestazioni ospedaliere per acuti e post acuti senza APA PAC. Alcune strutture private accreditate che offrono l’acquisto di prestazioni sanitarie di assistenza specialistica ambulatoriale, si erano opposte. C’è da chiarire che le decisioni non hanno previsto l’illegittimità dell’inserimento delle prestazioni APA PAC nel settore della specialistica ambulatoriale. Hanno ritenuto che l’inclusione fosse legittima, ma che, illegittimamente, non fossero state previste specifiche risorse per la loro remunerazione. Adesso, ci sarà da ripensare risorse, budget, contratti, per cliniche e ambulatori. Ci riuscirà un Ufficio del Commissario privo di risorse …umane?
