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Crotone
Maggio,17,2024

OPERAZIONE GOLGOTA, DURO COLPO ALLE COSCHE DEL CROTONESE

Trentasei arresti, 108 capi di imputazioni. Questi i numeri dell’operazione Golgota portata a termine dalla Polizia di Stato contro le cosche di ‘ndragheta di Isola Capo Rizzuto e San Leonardo di Cutro. Un’operazione di qualità, così l’ha definita il procuratore della DDA di Catanzaro Nicola Gratteri presente alla conferenza stampa insieme col capo dell’anticrimine Francesco Messina, contro una consorteria, quella della zona di Isola, radicata sul territorio, pervicace col tessuto sociale e dalla struttura militarizzata grazie ad un’incredibile quantità di armi a propria disposizione. I reati contestati sono di associazione di tipo mafioso, estorsioni, porto e detenzione illegale di armi e munizioni nonché associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Gli arresti sono la conseguenza di quanto emerso nel corso di un’articolata indagine coordinata dal Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri e dai Sostituto Procuratore Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, svolta dai poliziotti della Squadra Mobile di Crotone, in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo, sulla cosca Arena-Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto e sulla famiglia dei Mannolo appartenenti al ceppo cosiddetto dei “pecorari” operanti sul territorio di San Leonardo di Cutro. In pratica questa operazione è una naturale continuazione dell’operazione Tisifone del 2018 nei confronti di 23 soggetti facenti parte delle famiglie di ‘ndrangheta Arena-Nicoscia-Manfredi-Capicchiano che, al tempo, aveva scongiurato la ripresa di una nuova guerra di mafia, e ha consentito di fare luce sulle successive dinamiche criminali operanti sul territorio di Isola di Capo Rizzuto, sulle propaggini della cosca al nord Italia mediante l’infiltrazione in imprese delle quali acquisivano la gestione imponendo la loro protezione e sui rapporti che le famiglie isolitane mantengono con altre famiglie di ‘ndrangheta del crotonese in particolare con i Megna di Papanice e con la famiglia Mannolo di San Leonardo di Cutro. Proprio con quest’ultimi sono emersi gli intrecci con un’altra indagine svolta dagli investigatori relativa a un fiorente traffico di sostanza stupefacente il cui epicentro era proprio il territorio di San Leonardo che riforniva l’intera provincia, compresa Isola di Capo Rizzuto, di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente.
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