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Maggio,6,2024

‘NDRANGHETA, DIA: CRESCE INFILTRAZIONE IN POLITICA E ISTITUZIONI

Le indagini più recenti confermano “l’attitudine delle ‘ndrine a relazionarsi agevolmente e con egual efficacia sia con le sanguinarie organizzazioni del narcotraffico sudamericano, sia con politici, amministratori, imprenditori e liberi professionisti. La ‘ndrangheta esprime un
sempre più elevato livello di infiltrazione nel mondo politico-istituzionale, ricavandone indebiti vantaggi nella concessione di appalti e commesse pubbliche”. A sottolinearlo è
l’ultima relazione semestrale (luglio-dicembre 2020) al Parlamento della Direzione investigativa antimafia. “Grazie alla diffusa corruttela – si legge nelle 530 pagine del
documento – vengono condizionate le dinamiche relazionali con gli enti locali sino a controllarne le scelte, pertanto inquinando la gestione della cosa pubblica e talvolta alterando le competizioni elettorali. A conferma di ciò interviene il significativo numero di scioglimenti di consigli comunali per ingerenze ‘ndranghetiste anche in aree ben lontane dalla Calabria”. Le cosche sono attive in numerose regioni italiane (46 le locali individuate, di cui 25 in Lombardia, 14 in Piemonte e 3 in iguria) e, all’estero, in alcuni Paesi europei quali Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Repubblica Slovacca, Romania e Malta nonché in Australia, Canada e Usa. L’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati si conferma una delle chiavi del contrasto alla criminalità organizzata: nel secondo semestre dell’anno scorso, la Dia ha sequestrato beni per 287,4 milioni (88,4 nel primo semestre) e confiscato beni per 181,1 milioni (42 nel primo
semestre). Tra luglio e dicembre, sono stati eseguiti 726 monitoraggi delle procedure di affidamento ed esecuzione degli appalti pubblici, 6.394 accertamenti antimafia a carico di
32.956 imprese e 7.863 persone fisiche, 26 ispe ioni a cantieri; nello stesso arco di tempo i provvedimenti interdittivi antimafia sono stati 364 in tutta Italia (di cui 86 in Calabria,
52 in Sicilia, 49 in Campania, 38 in Puglia, 31 in Lombardia, 22 in Emilia Romagna, 17 in Toscana, 15 in Basilicata, 14 in Piemonte e 12 nel Veneto e nel Lazio). Sempre nel secondo semestre dell’anno passato, la Dia ha analizzato 58.985 segnalazioni di operazioni sospette per un totale di 644.943 operazioni finanziarie: 9.494 quelle valutate di interesse, delle quali 2.020 “di diretta attinenza alla criminalità mafiosa” e 7.474 “riferibili a fattispecie
definibili reati spia/sentinella”. La maggior parte delle 9.494 segnalazioni in questione è stata originata da enti creditizi (53%) mentre appare significativo l’incremento di quelle riferite agli istituti che transano moneta elettronica (26%) rispetto al semestre precedente (12%). Le operazioni finanziarie riconducibili alle 9.494 segnalazioni di interesse sono in prevalenza riferibili a ricariche di carte di pagamento (46,3%), al trasferimento di fondi (17,9%) e ai bonifici (14,7%).

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