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Maggio,19,2024

IL ROVER PERSEVERANCE È ATTERRATO SU MARTE

Poco prima delle 22 di giovedì, il rover Perseverance della Nasa ha raggiunto il suolo di Marte, dopo avere viaggiato per 203 giorni coprendo una distanza di oltre 470 milioni di chilometri, un lungo viaggio iniziato la scorsa estate. Il rover, grande più o meno quanto un SUV, ha effettuato una manovra piuttosto complessa in pochi minuti per rallentare la sua corsa e raggiungere la superficie marziana. Nei prossimi anni, Perseverance ci aiuterà a rispondere alla domanda delle domande: c’è mai stata vita su Marte? Tra le tante cose che si possono fare nel nostro sistema solare, compiere un atterraggio controllato su Marte è una delle più complicate. L’atmosfera marziana è più rarefatta di quella terrestre e di conseguenza un oggetto che l’attraversa non rallenta molto. Il tempo per effettuare l’ingresso nell’atmosfera, la discesa e l’atterraggio è relativamente poco, senza contare che la grande distanza dalla Terra (in media 254 milioni di chilometri) rende impossibile un controllo diretto. In quei “sette minuti di terrore”, come li definisce la Nasa, Perseverance ha dovuto fare tutto da solo con i suoi sistemi di bordo e senza la possibilità di interventi e correzioni dal centro di controllo. In quasi sette mesi di viaggio interplanetario, Perseverance era rimasto protetto all’interno di un involucro, un grande guscio a campana, chiuso nella parte inferiore da uno scudo termico, per disperdere il calore durante il turbolento ingresso nell’atmosfera marziana. Trascorsi quattro minuti dall’inizio dell’attraversamento degli strati atmosferici più alti di Marte, Perseverance ha raggiunto una velocità di 1.600 chilometri orari (rispetto al pianeta) e ha dovuto per forza rallentare ancora per evitare di schiantarsi al suolo. Lo ha fatto aprendo un grande paracadute mentre era a un’altitudine di 11mila metri. Una volta aperto il paracadute, lo scudo termico si è sganciato e la parte inferiore del rover è stata esposta per la prima volta all’ambiente marziano. A poco più di un minuto dall’atterraggio, anche la parte superiore dell’involucro si è separata dal resto di Perseverance ed è iniziata la parte più acrobatica della missione. Il rover è stato infatti calato al suolo da un argano agganciato sulla sua sommità: ha attivato i propri retrorazzi per stabilizzare la discesa e ha poi fatto calare Perseverance nel modo più delicato possibile: un po’ come vedere una marionetta (il rover) mossa dal suo marionettista (l’argano). Alla fine, l’argano si è sganciato da Perseverance e ha sfruttato i retrorazzi per allontanarsi il più possibile dal punto di contatto con il suolo del rover, per non interferire con le sue attività ed evitare danni. Tutto questo è avvenuto automaticamente e Perseverance ha toccato sano e salvo il suolo di Marte alle 21:44 (ora italiana). Il pianeta è però lontanissimo da noi e solo dopo 12 minuti si è avuta la conferma che tutto fosse andato secondo i piani. Perseverance aveva inviato un segnale quando aveva iniziato la discesa sul pianeta, ma per quando era stato ricevuto il rover aveva già terminato i suoi “sette minuti di terrore” ed era da cinque minuti sulla superficie. Nelle prossime ore, i suoi strumenti invieranno dati e riprese dell’atterraggio, con prospettive mai viste finora di un arrivo sul pianeta.

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