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Maggio,6,2024

Vigneto Italia a due velocità, il cambiamento climatico taglia la vendemmia

Il cambiamento climatico taglia la vendemmia. Il Nord resiste, nel centro-sud cali fino al 40%. La Francia riconquista il primato ma la vera sfida è rinnovare i vigneti. La vendemmia 2023 consegna un Vigneto Italia in sofferenza. Secondo le stime dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini potrebbe trattarsi della campagna più “leggera” degli ultimi sei anni con un calo del 12% rispetto all’anno scorso che porta a sfiorare i 44 milioni di ettolitri. La Francia, dunque, riconquista il primato produttivo. In Italia occorre fare in modo che vengano remunerati bene i produttori. “C’è bisogno di alzare i prezzi delle uve” ha spiegato Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione italiana vini. L’India sta iniziando a produrre vini, il Sud America ha ripreso terreno. Quindi dobbiamo avere produzioni più basse ma migliori”. L’obiettivo è di rinnovare il vigneto Italia, che ha tremila qualità ma quelle realmente apprezzate sono poche. E per il futuro bisogna puntare sulla meccanizzazione. Abbiamo sempre più difficoltà a trovare manodopera e siamo troppo poco meccanizzati rispetto alla Francia. Il presente, invece è segnato dagli effetti del cambiamento climatico che hanno portato un aumento di circa il 70% delle giornate di pioggia, peraltro concentrate proprio nel periodo dell’anno in cui vengono eseguiti i trattamenti contro le fitopatie. Questo ha determinato importanti differenze tra regioni. Al Sud invece le vendemmie sono molto scariche, con picchi negativi. In Abruzzo -40%, in Calabria -32%. Secondo Livio Proietti, commissario straordinario Ismea, “il calo produttivo non è allarmante: il vero problema è la sfida dei consumi, che sono calati e questo ha creato un aumento di scorte di vino che raggiungono quasi il corrispettivo di un’intera vendemmia, superando i 49 milioni di ettolitri”.

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