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Maggio,8,2024

Tre arresti a Roccabernarda (KR) per estorsione, danneggiamento aggravati dal metodo mafioso

I Carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro (KR) e il personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Catanzaro hanno eseguito a Roccabernarda un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro su richiesta di questo Ufficio nei confronti di 3 persone, tra i quali il reggente del sodalizio ‘ndranghetistico, attivo a Roccabernarda e nei Comuni limitrofi, condannato in via definitiva per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. e attualmente ristretto al regime detentivo speciale, previsto dall’art. 41 bis dell’Ordinamento Penitenziario.
Per i tre soggetti il giudice ha ritenuto la ricorrenza della gravità indiziaria dei delitti, a vario titolo contestati, di “estorsione” e “danneggiamento” e “turbata libertà nella scelta del contraente”, aggravati dal cosiddetto “metodo mafioso”.
Ad uno degli indagati, titolare di una ditta di lavori elettrici, sono stati sequestrati i conti correnti, intestati alla sua azienda, e il denaro, trovato nella sua disponibilità, fino al raggiungimento di 157.000 euro.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e costituenti il naturale prosieguo di quelle, effettuate nell’ambito dell’operazione di polizia, denominata “TRIGARIUM”, effettuata nel luglio del 2018, hanno permesso di documentare l’affidamento, da parte del Comune di Roccabernarda di 101 appalti per la realizzazione dei lavori elettrici, sempre alla stessa ditta.
I cittadini che che avevano scelto delle altre società per l’esecuzione di alcuni lavori elettrici subivano danneggiamenti aggravati, come un docente di Santa Severina, il
quale, a causa del diniego del pagamento del “pizzo” al capo Cosca per la costruzione di un oleificio, nel settembre del 2019, è stato vittima del taglio a scopo intimidatorio di 103 piante di ulivo;
Al sodalizio criminale è addebitato un incendio doloso, verificatosi nell’aprile del 2015, di un furgone, intestato a una ditta individuale di Roccabernarda, operante nel settore dei lavori elettrici, e finalizzato a indurre il suo titolare a non partecipare alle gare per l’acquisizione di “commesse pubbliche” o ad accettare dei lavori dai privati.

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