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Maggio,19,2024

PRIMA DI AMMAZZARE MARCELLO BRUZZESE I CREA AVEVANO UN ALTRO OBIETTIVO

Un altro obiettivo prima di colpire Marcello Bruzzese. Non c’era lui tra i primi della lista che la cosca di Rizziconi voleva uccidere per vendicarsi di Girolamo Bruzzese, il fratello pentito di Marcello che aveva attentato alla vita del boss Teodoro Crea. Emerge dalle indagini dei carabinieri del Ros coordinate dalla Procure distrettuali antimafia di Ancona e Reggio Calabria. Nel mirino ci sarebbe stato qualcun altro della famiglia di Bruzzese, che ormai viveva da anni sotto protezione a Pesaro. Cosa e perché li abbia fatti poi dirottare proprio sul 51enne, ucciso con venti colpi di pistola il 25 dicembre del 2018, a pochi passi dall’abitazione di via Bovio dove era arrivato in auto, è ancora al vaglio degli inquirenti. Per un anno i tre sottoposti a fermo, Francesco Candiloro, Michelangelo Tripodi e Rocco Versace, hanno fatto base nel Riminese. Lì andavano sicuramente a dormire per non dare nell’occhio. Per gli spostamenti con le targhe delle auto clonate hanno utilizzato una Fiat 500L e una Fiat Panda, attualmente introvabili. Le convalide dei fermi saranno attuate nelle Procure dove ricadono le carceri in cui sono reclusi: Brescia, Vibo Valentia e Palmi. I tre sono accusati di omicidio premeditato aggravato dall’associazione mafiosa, porto e detenzione illegale di armi. «Il lavoro dei Ros è stato di una qualità elevata – sottolinea la procuratrice distrettuale antimafia delle Marche Monica Garulli -. Ora è tutto al vaglio dei giudici. Noi abbiamo coordinato ma i carabinieri hanno speso tempo e sacrifici personali”.

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