TENORM, GLI SCARTI UTILIZZATI A CROTONE AUMENTANO IL RISCHIO RADIOLOGICO

L’attenzione della comunità scientifica internazionale continua a rimanere alta su Crotone, non solo per il SIN (Sito di Interesse Nazionale) e le evoluzioni tecnico-scientifiche legate al piano di bonifica, ma anche all’individuazione e messa in sicurezza dei siti contenenti NORM, scarti radioattivi di lavorazione delle industrie del fosforo in parte smaltiti in discariche per inerti, in parte impiegati massicciamente per il riempimento di strade, porti e piazzali della città e della provincia di Crotone, viste le buone proprietà meccaniche del materiale. La rivista internazionale “ESPR” edita dalla casa editrice tedesca Springer ha recentemente pubblicato un articolo scientifico prodotto in partnership tra Arpacal, Università di Messina e La Sapienza di Roma. L’articolo racconta della ricerca sul campo svolta dall’Arpacal sull’uso del TENORM nella costruzione di edifici, pubblici e privati, e la capacità che ha questo materiale di essere fattore moltiplicatore del radon in ambienti chiusi. La tesi scientifica sostenuta è che l’esalazione di radon dal suolo e dai minerali – tra i rischi più pericolosi per la salute dell’uomo, attestandosi al secondo posto in Italia come causa di tumore al polmone dopo il tabacco – diventi ancora più potente quando i materiali radioattivi naturali potenziati tecnologicamente (appunto il TENORM) vengono utilizzati per l’edilizia pubblica e privata. Già nel 2015 l’Arpacal costruì un modello in scala ridotta di un’abitazione i cui materiali da costruzione contenevano TENORM raccolto in un sito a Crotone. Fu osservato un aumento dell’attività del radon nel modello quando sono stati utilizzati residui di TENORM, raggiungendo un valore fino a tre volte superiore ai valori normali. Le conclusioni raccomandano di tenere alta l’attenzione sul rischio radiologico derivante dalla movimentazione terra. Se “tombato” il rischio radiologico viene considerato quasi trascurabile; ma se il manto stradale viene scalfito, cosa molto frequente, o gli edifici non vengono aerati, ecco che il rischio potrebbe incidere sulle dinamiche di protezione dell’ambiente e della salute collettiva.