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Crotone
Maggio,19,2024

SINDACO DI PETILIA AI DOMICILIARI. CON LUI ALTRI SETTE INDAGATI

Il sindaco di Petilia Policastro, Amedeo Nicolazzi è finito agli arresti domiciliari. Stessa misura è stata disposta nei confronti dell’ex vicesindaco Francesca Costanzo, eletta consigliere provinciale ma dimessasi un mese fa quando aveva ricevuto l’avviso di garanzia. Coinvolti anche alcuni funzionari dell’Asp di Crotone. L’operazione condotta dai carabinieri del Comando Provinciale pitagorico ha portato agli arresti domiciliari e al divieto di dimora nei confronti di 8 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di peculato, falsità ideologica, corruzione in atti giudiziari, concussione e violenza sessuale. La misura del divieto di dimora in provincia di Crotone è stata disposta per Palmo Garofalo, imprenditore edile, Antonio Curcio, consigliere comunale di maggioranza, Marilena Curcio, ex componente dello staff del sindaco, Vincenzo Ierardi, assessore ai lavori pubblici, Sebastiano Rocca, tecnico del Comune di Petilia, e Domenico Tedesco, direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone. L’indagine è partita nell’aprile 2018 e si è conclusa lo scorso novembre. Ci ha messo mano prima la Procura Distrettuale di Catanzaro, poi quella di Crotone, con il sostituto Alessandro Rho. Gli elementi raccolti hanno delineato le condotte degli indagati che in più occasioni e con ruoli diversi si sono appropriati di derrate alimentari che rientravano nel progetto “Lotta alla povertà”. Era stata stipulata una convenzione il 5 marzo 2018 tra il Comune di Petilia Policastro ed il Banco delle Opere di Carità. C’erano dentro le regole per donare i beni alimentari alle persone indigenti. Ma molti pacchi sarebbero stati distribuiti ad amici e conoscenti. Il 21 novembre 2020, in un bar di Crotone, due amministratori pubblici e un tecnico comunale di Petilia, si sarebbero accordati con un Dirigente del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Crotone. In cambio di olio e castagne, doveva provvedere a diminuire un’ammenda di 3.000 euro. Ammenda che era stata elevata durante un’ispezione in cantiere. Tra i reati contestati anche quello di violenza sessuale. Sarebbe avvenuto il 27 luglio 2018. Una madre avrebbe subito molestie carnali da parte di un amministratore pubblico al quale si era rivolta per trovare un posto di lavoro per il figlio.

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