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Novembre,18,2024

SANITA' CALABRESE, NEL 2016 UN BUCO DI 100 MILIONI

Un baratro, il risultato economico di gestione del Servizio sanitario regionale. Al netto delle coperture fiscali e dei risultati delle aziende in utile, nel 2016 il buco è di 98.595.000 euro. E stavolta il merito – si fa per dire – è tutto di Massimo Scura. E’ lui che per tutto il 2016 ha gestito il sistema, lui che ha portato la perdita da 30 a quasi 100 milioni. Così la sanità in Calabria tocca il fondo. E’ un debito che grava sui cittadini con altissime aliquote, al quale ha contribuito essenzialmente una improduttiva gestione commissariale. Per non parlare del 2017, in cui si registra un disavanzo ulteriore di 101 milioni di euro. Ancora più buie le previsioni per il 2018: 105 milioni di euro. Come si possa lasciare Scura a capo dell’ufficio, dopo questi numeri, sta diventando un vero e proprio mistero.
Quello che è certo è che saranno innalzate le tasse: +0,15% di Irap e +0,30 di Irpef, e il blocco del turn over per altri due anni. E il conto lo pagano i calabresi. Il piano operativo 2016-2018, redatto da Scura e dall’allora sub commissario Andrea Urbani, prevedeva il pareggio di bilancio entro il 2018 con la definitiva fuoriuscita dal piano di rientro.
È il quadro di una sanità allo stremo, che spinge un paziente su sei a emigrare verso le strutture del centro nord per cure e ricoveri. Il più grande ospedale della Calabria è fuori regione: la mobilità pesa sulle casse regionali per oltre 300 milioni di euro. Il presidente della Regione Mario Oliverio si batte da tempo per il superamento della gestione commissariale che reputa un grande fallimento. «Il nuovo governo sta valutando molto seriamente il da farsi», ha dichiarato il sottosegretario alla Salute Maurizio Fugatti, durante la sua recente visita in Calabria. Si, ma quando si passerà dalle parole ai fatti?

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