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Febbraio,2,2025

Firenze: 17 arresti per false fatturazioni, sequestrati beni per 30 milioni di euro a società operanti in Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania e Calabria

La Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, avvalendosi di militari della Guardia di Finanza, sta dando esecuzione, tra le Regioni Toscana, Lazio, Emilia
Romagna, Veneto, Campania e Calabria, a misure cautelari personali nei confronti di 17 indagati (6 custodie cautelari in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 1 O interdizioni con divieto di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche e imprese) e sequestri preventivi, anche per equivalente, ai fini della confisca, di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie
fino all’ammontare di circa 30.000.000 di euro.
I reati, a vario titolo riconosciuti, sono emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, indebite compensazioni, riciclaggio e associazione per delinquere.
Con l’ausilio dei Reparti dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Napoli, Salerno, Roma, Bologna, Venezia, Vicenza, nonché di sofisticati mezzi tecnici dello stesso Servizio
Centrale e di un’unità cinofila specializzata cash dog della Compagnia di Capodichino sono, altresì, in corso di esecuzione 50 perquisizioni locali e personali, allo scopo di ricercare cose
pertinenti ai reati, in particolare denaro contante, beni mobili di valore e materiale documentale.
Le indagini hanno portato ad ipotizzare l’esistenza di una consorteria criminale, con elementi di contiguità ad organizzazioni delinquenziali di matrice camorristica, che ha manifestato interessi nella regione Toscana ed operatività in Campania ed Emilia-Romagna.
L’indagine ha preso le mosse dall’approfondimento della posizione di un commercialista originario di Torre del Greco (NA), con studio a Torre Annunziata (NA) e Poggibonsi (SI) che, secondo quanto appurato, avrebbe rapporti continuativi con pregiudicati, anche per reati di mafia nell’ambito del territorio campano, nonché con un gruppo di soggetti già coinvolti nella commissione di delitti economico-finanziari vicini ad organizzazioni criminali.
Inoltre, il commercialista, era abile nel creare società fittizie attraverso cui realizzare profitti illeciti mediante artifici contabili, tecnica utilizzata dalla struttura associativa operante in Toscana.
La figura societaria centrale di cui si sono serviti i componenti del sodalizio criminoso è un consorzio con sede a Pontedera (PI) che avrebbe agito attraverso le sue consorziate
stipulando contratti, leciti, con alcune società anche toscane operanti nel settore delle carni e impiegando complessivamente circa 600 persone.
È dunque emerso che il Consorzio e le proprie Consorziate hanno rappresentato lo snodo centrale di una lunga catena di fatturazione fittizia ad opera di società cartiere, disseminate
su tutto il territorio nazionale, ricollegabili sempre ai membri del Consorzio ed utilizzate all’unico scopo di evadere le imposte, stimate complessivamente in oltre 28 milioni di euro,
e infine monetizzare i proventi illeciti provenienti dalle false fatturazioni anche attraverso condotte di riciclaggio per circa 2 milioni di euro.
Parallelamente, è stato rilevato che, al pari del sistema di frode posto in essere con le false fatturazioni, attraverso le stesse società, ovvero altre società compiacenti e/o di fatto gestite dalla compagine delinquenziale, è stata attuata la sistematica cessione e compensazione di crediti inesistenti stimati in circa 2 milioni di euro, artatamente creati e in parte relativi a costi di “ricerca e sviluppo e innovazione tecnologica 4.0” mai realmente sostenuti.
Emblematico è il caso di una società operante nel settore della lavorazione delle carni i cui dipendenti, circa 180, con domicili in varie zone d’Italia, sono transitati da una Srls all’altra,
che mai hanno presentato dichiarazioni ai fini lva, pur avendo emesso e ricevuto una serie di fatture; hanno compensato tributi lnps per 250.000 euro con un fittizio credito d’imposta
per attività di ricerca e sviluppo.

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