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Novembre,19,2024

Decreto immigrazione: quote, rimpatri, permessi e pene

Le norme contenute nel decreto immigrazione, approvato dal Consiglio dei ministri, introducono nuove regole sia sui flussi, cioè il numero di immigrati che possono raggiungere l’Italia ogni anno, sia sui nulla osta per lavoro, sia sulle pene per gli scafisti. Il numero di stranieri da ammettere in Italia (i cosiddetti flussi) saranno definiti non più su base annuale ma triennale. Lo scopo è dare un segnale immediato ai migranti: entrare legalmente è più facile. Nella stessa ottica le quote saranno determinate premiando i Paesi che promuovono campagne mediatiche sui rischi dell’immigrazione clandestina. Chi fa corsi di formazione riconosciuti in Italia potrà richiedere l’ingresso anche al di fuori dei numeri determinati dai flussi. Stretta invece sui permessi per protezione speciale. Disposto il prolungamento di un anno (da 2 a 3) per il primo rinnovo del permesso di soggiorno. Semplificato il rilascio del nulla osta al lavoro anche per esigenze stagionali. Le aziende agricole che avendo fatto domanda non siano tra quelle alle quali vengono assegnati lavoratori, hanno la priorità rispetto ai nuovi richiedenti. Riduzione dei contributi alle imprese che adoperano lavoratori irregolari. Per contrastare le agromafie, il personale impegnato nella repressione delle frodi alimentari, avrà la qualifica di ufficiale o di agente di polizia giudiziaria. Per chi promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato la pena minima passa a 2 anni, la massima a 6. In caso di reato aggravato, per esempio a fini di sfruttamento o prostituzione, le pene vanno da 6 a 16 anni. Per morte o lesioni come conseguenza dell’immigrazione clandestina, la pena va dai 20 ai 30 anni. Saranno realizzati altri centri di permanenza temporanea per il rimpatrio. In caso di gravi inadempimenti dei gestori, il prefetto potrà commissariare i centri.

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