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Aprile,16,2024

COVID, ABRAMO CHIUDE NUOVAMENTE LE SCUOLE

E’ durata meno di 12 ore la riapertura delle scuole a Catanzaro. Dopo che stamani il Tar ha annullato un’ordinanza del sindaco Sergio Abramo, quest’ultimo ha firmato un nuovo provvedimento, in vigore da domani e fino al 31 marzo, che dispone la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado, asili compresi. Una decisione maturata alla luce, è scritto in una nota del Comune, di “informazioni chiave fornite dall’Asp, Unità operativa Igiene e salute pubblica, a seguito di una risposta a richiesta di chiarimenti da parte del sindaco”.  Nella comunicazione dell’Asp si indica che “negli istituti scolastici di Catanzaro, pubblici e privati, risultano accertati complessivamente 53 casi di positività tra alunni e personale docente e non docente, per molti dei quali è ancora in corso il tracciamento dei contatti stretti all’interno delle classi e dei nuclei familiari interessati”. L’Asp, inoltre, segnala “difficoltà nel tracciamento dei positivi e dei contatti stretti, criticità nella gestione dei tamponi, rischio di completa saturazione degli ospedali, vaccinazioni dei docenti ancora limitate, pericolo diffusione delle varianti tra i più giovani”. Nella risposta dell’Asp, inoltre, “si conferma l’incidenza significativa di nuovi casi positivi al covid, nella popolazione scolastica della città, tale da ritenere necessaria la chiusura degli istituti scolastici, scongiurando il rischio che la situazione sanitaria possa aggravarsi provocando ‘danni irreparabili'”. Su questa premessa, Abramo ha emesso la nuova disposizione di sospensione dell’attività didattica in presenza raccomandando, ove possibile, di attivare la Dad. La decisione è stata condivisa, all’unanimità, con i capigruppo e col presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni. Il sindaco, nell’adottare la nuova ordinanza, ha recepito la raccomandazione dell’Asp evidenziando che “la prevenzione e la salvaguardia della salute, specialmente dei più giovani, restano i valori prioritari rispetto ai quali non si può, in alcun modo, arretrare di un centimetro”.

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