La data del 20 gennaio era stata comunicata da Eni Rewind e dal ministero dell’Ambiente, ma non è stato possibile rispettarla in quanto la società Sovreco, proprietaria della discarica di Columbra non ha voluto firmare il contratto con la società dell’Eni perché, come comunicato in una nota del 17 gennaio scorso, perché teme il blocco giudiziario che potrebbe arrivare dal Tar della Calabria causa del contenuto del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) approvato il 2 agosto del 2019 dall’allora giunta regionale calabrese guidata da Mario Oliverio.
In questo momento il Paur detta la linea procedurale della bonifica, perché sancisce che i veleni di Crotone debbano essere smaltiti fuori dal territorio calabrese.
Il vincolo del Paur non è facilmente superabile e, quindi, anche la proprietà di Columbra non si lascia trascinare in una procedura che potrebbe produrre danni economici e di immagine oltre che giudiziari, alla luce anche del ricorso al Tar presentato da Regione, Comune e Provincia di Crotone.
In questa situazione ricordiamo che Eni Rewind, dopo aver negato per anni, ha deciso di rendere pubblica l’esistenza in Europa di discariche con capacità adeguate per accogliere i veleni di Crotone.
La sensazione è che Eni rewind voglia prendere tempo in attesa dell’entrata in vigore della normativa europea, prevista nel 2026, che impone di smaltire i veleni nei territori degli stati dove sono stati prodotti, ed Eni rewind è molto abile nel far passare il tempo, visto che
Ci sono voluti cinque anni per scoprire l’esistenza, in Europa, di impianti per accogliere i veleni di Crotone.






Bonifica Crotone: non sono partiti i lavori per lo smantellamento della discarica fronte mare
