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Aprile,25,2024

BIRMANIA, AMNESTY: VILE INAZIONE DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

“Il continuo rifiuto degli Stati membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di agire in modo significativo contro questo orrore senza fine è spregevole”: lo afferma Ming Yu Hah, vicedirettore regionale per le campagne di Amnesty International, precisando che “l’uccisione di quasi 100 persone oggi in Birmania è solo l’ultimo esempio della determinazione delle autorità militari di eliminare la resistenza nazionale al colpo di Stato. Questi orribili omicidi mostrano ancora una volta lo sfacciato disprezzo dei generali per l’inadeguata pressione esercitata finora dalla comunità internazionale”. “Il costo dell’inazione internazionale – ha proseguito – viene conteggiato nei corpi, compresi i bambini uccisi a colpi di arma da fuoco nelle loro case. In mezzo all’orribile bilancio delle vittime c’è una nazione di oltre 50 milioni di persone tenuta in ostaggio, sottoposta ad arresti arbitrari e sorveglianza a 360 gradi, che vive nella paura della morte e della tortura”. “Il popolo del Myanmar continua a protestare, il tutto mentre piange sempre più uccisioni di ora in ora – a proseguito -. Le nazioni che hanno partecipato oggi agli eventi della Giornata delle forze armate dei militari nella capitale Naypyidaw, in particolare Cina e Russia, sono gli stessi Stati che hanno protetto il Tatmadaw (l’esercito birmano) dalle responsabilità più e più volte, fornendo loro i mezzi per svolgere un massacro di massa.

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