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Maggio,18,2024

BIMBA MORTA A MILANO, I VICINI: LA MAMMA NON GIOCAVA MAI CON LEI

Una persona schiva, che non dava confidenza: i vicini di Alessia Pifferi descrivono in questo modo la trentasettenne ora in carcere con l’accusa di omicidio per ala morte della figlia di 16 mesi lasciata in casa da sola per sei giorni. Al cancello verde della palazzina dove la piccola è deceduta ieri una vicina ha legato con dei nastri bianchi palloncini dello stesso colore con su scritti alcuni messaggi d’addio ‘Ciao Diana’, ‘Piccolo angelo’. In via Parea, strada del quartiere popolare di Ponte Lambro, alla periferia est di Milano, pochi hanno voglia di parlare. Di certo non la madre di Alessia tornata a Milano dal sud. Capelli raccolti, abbigliamento sportivo è arrivata in via Parea con due borse della spesa e ai giornalisti ha gridato “Allontanatevi o vi denuncio” prima di rincasare nell’appartamento al primo piano dove sul filo da stendere ad asciugare, sotto le finestre dell’appartamento si vedono ancora i vestitini rosa, qualche asciugamano e un bavaglino. Nella stessa palazzina, spiegano i vicini, abita l’ex marito di Alessia, da cui era separata da tre anni, che si adopera con qualche ‘lavoretto’ nel vicinato. “Non era una mamma buona, non giocava mai con lei, non la portava a passeggio. La teneva sempre nel passeggino”: commenta una vicina di casa. “Era una persona un po’ schiva non dava molta confidenza” racconta un uomo che abita a poca distanza nella stessa via. Anche i social raccontano poco di Alessia. Nessun post su Instagram, aggiornamento delle immagini su Facebook al 2019 con qualche commento sulle relazioni difficili e sul bisogno di amore.

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