Un pompiere ogni 1000 abitanti è l’equilibrio. In italia ce n’è uno ogni 15 mila. La situazione sa di ridicolo, effettivamente. Se pensiamo poi che c’è un cospicuo numero di vigili del fuoco precari che aspettano da anni di essere stabilizzati. In tempi di spending review e blocco di turnover è inimmaginabile intravedere una soluzione. Intanto i vigili ordinari han dovuto raddoppiare i turni in seguito al sisma in centro italia. E dio non voglia che le calamità estive che spesso colpiscono il Sud italia – con incendi devastanti – non scoprano l’attuale deficit di risorse umane in campo. Sarebbe un dramma nel dramma. L’ennesima protesta organizzata dall’USB, il sindacato di base dei pompieri precari, grida a gran voce che occorre trovare una soluzione. E ne indicano una chiara e netta: la cosiddetta risoluzione fiano, dal nome del parlamentare che l’ha sottoscritta e che sarà portata come emendamento alla Legge delega di riforma della pubblica amministrazione. È una svolta epocale per i discontinui perché da quando l’emendamento sarà depositato in commissione, questo diventerà linea di governo, un’ulteriore garanzia quindi che si trasformi in provvedimenti di legge. Ma cosa contiene questa risoluzione? Innanzitutto la cancellazione del mancato rapporto d’impiego, cioè la distinzione tra il personale permanente e volontario; poi una nuova stabilizzazione per il personale discontinuo che prevederà un innalzamento dei limiti d’età, un’estensione di almeno il 10% come riserva nel concorso pubblico per i discontinui (attualmente è il 25%), una ulteriore riserva del 10% in tutti i concorsi d’accesso per i vari profili del CNVVF, una priorità d’accesso per tutte le assunzioni.