Seduti sui gradini del piano terra della struttura, Ettore Bonanno (il moderatore) e Filomena Rizzo (l’archeologa che ha studiato e catalogato i ritrovamenti brettii nel comune di Pallagorio), hanno condotto una serata culturale caratterizzata da grande curiosità da parte del pubblico.
Davanti a rappresentanti delle istituzioni locali, appassionati e semplici curiosi, i due hanno prima introdotto la popolazione brettia ai presenti e, successivamente, hanno concentrato il focus sui ritrovamenti rinvenuti nel comune di Pallagorio negli anni ‘80 (rinvenuti da Enzo Panetta dell’allora Archeoclub pallagorese) e che sono stati la base degli studi dell’archeologa Rizzo.
Tante le domande e le considerazioni da parte del pubblico (anche social, vista la diretta online). Momenti di confronto che hanno partorito idee, spunti di riflessione e ricordi della comunità, come quello della poetessa pallagorese Ofelia Giudicissi (tra le prime a citare i Brettii nei suoi studi). “Questo è il Muzè che ci piace. – dice Ettore Bonanno, il padrone di casa – un luogo dinamico, intraprendente e di confronto. Poche formalità e tante proposte per far rivivere la nostra comunità”.
Abbiamo chiesto a Filomena Rizzo quale futuro per questo popolo del passato. L’archeologa ha risposto: “I Brettii sono una popolazione tuttora oggetto di studio e di analisi. I nostri territori sono ricchissimi di reperti che potrebbero accelerare il processo di conoscenza di questo antico popolo. Servirebbero ulteriori ricerche e scavi per scoprirli, catalogarli e successivamente renderli visibili al grande pubblico. A conclusione di questa fase di studio sarebbe bello se la comunità riuscisse a realizzare un luogo fisico dove poterli visitare. Sarebbe un nuovo presidio culturale che tutela la storia e il valore di questi luoghi”.