La pandemia Covid ha colpito con forza anche il settore media & entertainment: nel primo semestre del 2020 in Italia i ricavi aggregati del comparto sono stati di 3,9 miliardi, con un calo del 10,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo afferma il report dell’Area studi Mediobanca sul settore, con una riduzione che colpisce principalmente la radio (-29% sul primo semestre 2019), seguita dalla Tv in chiaro (-14%), mentre ha tenuto la televisione a pagamento (-0,8%). Il calo dei ricavi deriva soprattutto dai mancati proventi della pubblicità, che segnano una riduzione del 24,4% rispetto allo stesso semestre 2019. A livello mondiale gli effetti della pandemia Covid hanno accelerato invece un processo già in corso: quest’anno nel mondo i ricavi degli abbonamenti per video on-demand supereranno quelli da botteghino e entro il 2024 saranno il doppio di quelli ‘fisici’. Nei primi sei mesi dell’anno scorso nel suo complesso il settore delle grandi multinazionali ha perso comunque una fetta importante di ricavi, scendendo a 185 miliardi di dollari contro i 205 miliardi dello stesso periodo del 2019. Il report dell’Area studi di Mediobanca conferma infine che l’Italia presenta il canone per la televisione pubblica più basso fra i maggiori Paesi europei, inferiore anche alla media europea (0,25 euro al giorno per abbonato contro una media europea di 0,33 euro). Secondo lo studio, dal 2015 al 2019 fra i maggiori Paesi europei solo l’Italia ha ridotto il canone pro-capite.