Il maxi complesso carcerario di Tora, al Cairo, verso la chiusura e di qui il trasferimento in un’altra struttura di detenzione per Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna in arresto in Egitto da febbraio 2020. È quanto denuncia un post sui social degli attivisti ‘Patrick Libero’ riportando quanto segnalato dai genitori del ricercatore che oggi sono stati a fargli visita a Tora. Lo stesso Patrick, spiegano gli attivisti, ha detto ai genitori che “è stato informato che la struttura della prigione di Tora sta chiudendo, il che significa che dovrà essere trasferito in un’altra struttura di detenzione”. Gli attivisti sottolineano che non sono ancora state fatte dichiarazioni ufficiali in merito, quindi non è dato sapere “quando e dove” Patrick “sarà trasferito”, ma c’è preoccupazione che possa finire “in una prigione con condizioni di vita peggiori”. “Quello che sappiamo – scrivono gli attivisti – è che non sarà trasferito nel nuovo complesso carcerario di Wadi El Natroun, perché la struttura è solo per detenuti e non per detenuti politici”. C’è ansia anche perché nel primo periodo in un nuovo carcere non sono ammesse visite, quindi Patrick “sarà lasciato senza rassicurazioni, forse cibo, vestiti o necessità di base, fino a quando la sua famiglia sarà autorizzata a visitarlo di nuovo”.