Scendere in campo con il peso della sconfitta di Benevento e contro una delle squadre più in forma del momento, il Picerno di Longo, per il Crotone è stato uno dei test più difficili e complicato da quando è iniziata la stagione. E infatti… pronti via e Murano la scaraventa di piatto destro sotto la traversa ad uno sputo dalla porta di Dini. Ecco di nuovo una partita stregata avranno pensato tutti e il prosieguo della gara non lasciava presagire niente di buono. Crotone in campo con gli stessi 11 di Benevento e qualcuno in tribuna ci ha anche ricamato: squadra che perde non si cambia! Venti minuti di marca lucana col Picerno dinamico, veloce, sempre al raddoppio sul portatore di palla e pronto a chiudere tutte le linee di passaggio. In mezzo Vitale, Petriccione e Felippe soffrono l’inferiorità numerica. Il Picerno cerca sempre (e trova) Esposito che dispensa palloni a iosa. Insomma sembrava che il Crotone giovedì aveva giocato 120 minuti in Coppa Italia. E invece ai rigori contro il Taranto l’ha avuta meglio la squadra di Longo che però allo Scida e tre giorni dopo non ha accusato la fatica. Il Crotone questa volta però è stato bravo a trasformare un handicap in un vantaggio. Riferimento alle palle inattive. Da tre calci d’angolo i rossoblù la ribaltano già nel primo tempo. Prima è Leo che colpisce di testa la traversa, poi è Gigliotti che riprende una seconda palla da dentro l’area per ribatterla in rete e in finale di tempo Petriccione dalla bandierina per la zuccata vincente di Gomez, al suo terzo gol casalingo sempre di testa. Nel secondo tempo nè Dini e nè Merelli hanno corso pericoli e la gara si è incanalata verso la vittoria del Crotone, la terza della stagione, la seconda in casa che porta i pitagorici a quota 10. Che in sette partite non sono tantissimi ma c’era la necessità di tornare a vincere per liberarsi con un fardello pesantissimo dopo la sconfitta a Benevento.