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Novembre,26,2024

UIL: PER I MEDICI CUBANI 2 MILIONI AL MESE

“I medici fuggono dalla Calabria per impossibilità ad essere contrattualizzati a tempo indeterminato”. Così il responsabile UIL della specialistica Vincenzo Maria Romeo a proposito della decisione di Roberto Occhiuto di rivolgersi al sistema cubano per trovare i professionisti della salute da inserire nel servizio sanitario regionale, carente per circa 500 dirigenti medici. “La maggior parte dei concorsi indetti sono a tempo determinato rinnovabili semestralmente e tengono con l’acqua alla gola ogni ipotesi di sistemazione strutturale e di prospettiva” aggiunge il sindacalista. E in più non esiste tutela fisica “nei presidi territoriali dove i professionisti diventano strumento alla mercé di cittadini che riversano su di loro la frustrazione di servizi inesistenti o inefficienti”. Romeo parla poi di meritocrazia, la cui mancata applicazione “non consente di costruire carriere se non altrove, per logiche territoriali di ‘baronato’ che ben si conoscono”.  Il Consiglio regionale aveva approvato a fine luglio la modifica dell’articolo 65 della legge regionale del 12 giugno 2009″), con la quale sono stati aumentati gli stipendi dei manager con un costo aggiuntivo di oltre 400mila euro per il 2022 e di circa un milione per il 2023-2024;. Adesso l’accordo con un’agenzia intermediaria di Cuba per arruolare 497 medici. Si prevede un budget di 4.700 euro per medico. A pieno organico una spesa di 2,3 milioni di euro al mese, 28 milioni all’anno. “Non era forse Occhiuto ad aver iniziato il suo mandato dicendo che avrebbe fatto rientrare in Calabria professionisti e risorse emigrate al Nord dando loro la possibilità di dare il loro contributo verso la loro regione natia?” si è chiesto Romeo. “Quale logica politica c’è dietro questa scelta?”. La Funzione pubblica della UIL non è d’accordo sulle scelte di Occhiuto. “Se davvero queste ingenti somme sono disponibili – conclude Romeo – la UIL ha intenzione di tutelare i medici calabresi per dare loro la giusta dignità lavorativa e consentire una programmazione veloce ed efficace di servizi sanitari non solo per coprire il fabbisogno in urgenza, ma anche per evitare l’emigrazione sanitaria di personale ed utenti”.

 

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