Donald Trump, forte dell’assoluzione nel secondo processo di impeachment, rompe gli indugi e dà il via all’operazione per il suo ritorno. E lo fa con una vera e propria dichiarazione di guerra contro il leader dei senatori repubblicani Mitch McConnell, reo di averlo indicato come “moralmente responsabile” dell’assalto al Congresso del 6 gennaio. “Bisogna scaricarlo, il partito repubblicano non può essere forte e rispettato con leader come lui ai suoi vertici”, il monito rivolto ai senatori in una nota diffusa dall’ex presidente, che accusa McConell di “mancanza di visione politica, di saggezza, di talento e di personalità”. Ma, cosa più importante, Trump promette il suo sostegno in vista delle primarie per le elezioni di metà mandato del 2022 solo ai candidati rivali di McConnell, e a quelli che sposeranno in pieno la filosofia del Make America Great Again e la dottrina dell’America First. Intanto, Trump scarica Rudolph Giuliani: il tycoon ha fatto sapere che l’ex sindaco di New York resta un suo “amico ed alleato”, ma attualmente non lo rappresenta più in alcuna questione legale. Eppure sono diverse le azioni penali e civili in cui attualmente Trump è coinvolto. Ma già dopo le elezioni presidenziali il tycoon aveva espresso la sua insoddisfazione per l’azione di Giuliani nel sostenere la tesi delle elezioni truccate.