Numerose società, per un valore di 20 milioni di euro, sono state sequestrate dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri per traffico illecito di rifiuti nelle province di Reggio Calabria e Cosenza.
Il blitz è scattato questa mattina quando i militari del Noe hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro disposto nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri.
L’inchiesta ha permesso di acquisire gravi indizi riguardanti l’esistenza di un’attività imprenditoriale dedita al traffico illecito di rifiuti prodotti da centinaia di esercizi commerciali dislocati nella provincia di Reggio Calabria.
In particolare, nei confronti di sette società della provincia di Reggio Calabria e Cosenza, di cui tre ubicate nel comune di Rizziconi, una ad Oppido Mamertina, due a Gioia Tauro ed un’altra a Rende, è stata adottata la misura cautelare del sequestro preventivo delle quote del patrimonio sociale e dell’intero compendio aziendale, mentre nei confronti di due imprenditori reggini, ritenuti al vertice dell’organizzazione, è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente.
Le aziende per cui è stato disposto il sequestro sono la RSR Ambiente di Rizziconi, la Calabra Maceri e Servizio Spa di Rende, la Città Pulita Sas di Rizziconi, la Eco.Rad Srl di Gioia Tauro, la Eco.Rad. Sas di Gioia Tauro;la Ital Serv Sas di Oppido Mamertina e la RSR di Rotolo Rosario di Rizziconi.
L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, è stata svolta dal Noe ed ha portato allaluce un’attività dedita al traffico di rifiuti di carta e cartone, prodotti da centinaia di esercizi commerciali dislocati nella provincia dello Stretto.
Traffico che sarebbe stato gestito e organizzato da due imprenditori reggini con la collaborazione di propri dipendenti, nonché degli impresari delle altre società coinvolte.
La tesi è che la RSR di Rotolo Rosario e RSR Ambiente Srl, società che non avevano l’autorizzazione al trattamento dei rifiuti e alla successiva trasformazione degli stessi in “materia prima seconda”, inviavano alla Calabra Maceri e Servizi i rifiuti senza il trattamento preventivo, utilizzando un semplice documento di trasporto, di modo da farli configurare come merci ed eludendo i controlli sulla tracciabilità, azzerando i costi derivanti dal loro corretto trattamento.
Questa gestione illecita sarebbe andata avanti per almeno quattro anni, anche grazie alla collaborazione delle piattaforme di trattamento dei rifiuti della Ecor.Rad e delle società Ital.Serv. e Città Pulita, che per conto della RSR Ambiente si occupavano del ritiro e del trasporto dei rifiuti presso le piattaforme individuate.
Questa prassi – sostengono gli investigatori – avrebbe consentito ai presunti vertici dell’organizzazione di assicurarsi una rilevante posizione sul mercato, operando illecitamente anche come intermediari nel settore dei rifiuti, sempre in assenza di alcun titolo autorizzativo, e inviando i rifiuti – solo formalmente trattati – a società ubicate su tutto il territorio nazionale.