I funzionari del reparto antifrode dell’ufficio delle dogane di Perugia, su delega della Procura della Repubblica di Spoleto, hanno accertato una evasione di quasi mezzo milione di euro (498.352) da parte di una società con sede legale in Calabria operante nel settore della vendita di auto, il cui legale rappresentante, risultato nullatenente, aveva un ruolo di mero prestanome.
Le verifiche hanno consentito di constatare che la società, che non aveva neanche una reale struttura aziendale, operava dal 2016 in completa evasione degli adempimenti Iva e imposte dirette.
Le auto, tutte di grande cilindrata e dei principali costruttori tedeschi come Audi, Bmw e Mercedes, venivano acquistate in Germania e rivendute anche a un autosalone plurimarche del Folignate, già oggetto di una indagine avviata sempre dalla Procura della Repubblica di Spoleto nel 2019.
In particolare, grazie alla collaborazione avviata con l’Autorità doganale tedesca che ha messo a disposizione tutta la documentazione commerciale, i funzionari Adm di Perugia – spiega la stessa Agenzia delle dogane e dei monopoli – hanno accertato la cessione alla sola ditta umbra di 18 supercar nel 2018 per un valore 572.955 euro, 73 auto sempre di grande cilindrata nel 2019 per 1.694.645 euro e due nel 2020 per 87.930 euro.
L’esame della documentazione ha consentito di accertare la frode in atto sull’imposta gravante in Italia: le auto venivano infatti nazionalizzate presso uffici della Motorizzazione civile dislocati fuori dal territorio umbro e immatricolate con falsa documentazione commerciale e false dichiarazioni di atto notorio a nome degli ignari clienti umbri i quali, sentiti dai funzionari doganali, hanno tutti confermato come la firma apposta non rispondesse alla propria.
La documentazione, così presentata dalla società calabrese, consentiva – spiegano gli investigatori – di simulare le condizioni per beneficiare dell’esenzione Iva prevista dalla normativa fiscale per l’acquisto di auto da parte dei privati presso autosaloni tedeschi con Iva già assolta in Germania.
All’accertamento dell’evasione di quasi mezzo milione si aggiungono ora sanzioni che vanno da 1,5 a oltre 3 milioni di euro.