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Aprile,11,2025

Sequestrati in Toscana beni per 600.000 euro ad un imprenditore calabrese “prestanome” della ‘ndrangheta reggina

I Finanzieri del Comando Provinciale di Firenze, in collaborazione con il Comando Provinciale di Reggio-Calabria e la Polizia di Stato di Siena, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Capo f.f. Dott. Giuseppe Lombardo, hanno sequestrato beni per un importo pari a 600.000 euro ad un imprenditore contiguo alla ‘ndrangheta residente con il suo nucleo familiare in provincia di Siena.
La figura criminale del “proposto”, destinatario, attraverso una sua società attiva nel settore edile, di un primo provvedimento interdittivo antimafia emesso nel 2003 dalla Prefettura di
Reggio-Calabria, è emersa nel 2011 nell’ambito dei procedimenti denominati “Archi-Astrea” e “Ghota” della Direzione Distrettuale Antimafia reggina, che lo ha ritenuto, anche sulla base
di riscontrate dichiarazioni di collaboratori di giustizia, portatore di “pericolosità sociale”.
Lo stesso, quale fidato “prestanome” e uomo curante gli interessi patrimoniali della cosca “Tegano-De Stefano”, originaria di Reggio Calabria e con proiezioni sul territorio nazionale, si è reso disponibile, attraverso fittizie intestazioni societarie, ad occultare l’effettivo gestore, un componente di spicco della medesima ‘ndrina; nello specifico, risulta aver falsamente stipulato un contratto d’affitto d’azienda e aver attribuito fittiziamente a terzi soggetti, con il proprio contributo causale e consapevole, la titolarità formale di quote di società operanti
nei settori edile, costruzioni e servizi (appositamente costituite), essendo in realtà l’attività imprenditoriale di proprietà, di fatto, della cosca di riferimento.
Una volta documentata la pericolosità sociale, l’attività in rassegna ha consentito di ricostruire, attraverso una complessa e articolata attività di riscontro, anche documentale, il
patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità del predetto, il cui valore è risultato sproporzionato (nell’arco di quasi 30 anni per circa 800.000 euro) rispetto alla
capacità reddituale manifestata.
Su queste basi, il Tribunale di Reggio-Calabria – Sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro, tra Siena, Sovicille (SI) e Monteroni d’Arbia (SI), del patrimonio intestato ai
familiari del “proposto”, ossia una villa con relative pertinenze, due appezzamenti di terreno, un locale adibito ad autorimessa, un B&B/affittacamere, oltre a conti correnti e disponibilità
finanziarie, per un valore complessivamente stimato in oltre 600.000 euro. Tali beni saranno gestiti da un Amministratore Giudiziario.

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