Il Commissario ha firmato il nuovo decreto sui budget della specialistica ambulatoriale. Nessuna variazione nelle cifre. A Crotone Massimo Marrelli rilancia e continua a lavorare gratis.
Crotone – L’ultimo decreto del Commissario di Alfedena, di cui si trova traccia sul sito istituzionale del dipartimento salute, è il numero 172 del 10 ottobre. Il decreto definisce i livelli di finanziamento per le strutture private accreditate per l’acquisto di prestazioni sanitarie di assistenza specialistica ambulatoriale con oneri a carico del servizio sanitario regionale. Ma quello che colpisce nel titolo del decreto è la citazione della recente sentenza del TAR, con la quale i magistrati amministrativi hanno bocciato il 26 settembre scorso il decreto gemello, il numero 72, per eccesso di potere, irragionevolezza, carenza di motivazione e difetto di istruttoria. Piuttosto che applicare la sentenza, il commissario ha pensato bene di superarla, determinandosi con questo nuovo decreto. Da una prima lettura del dispositivo non vi è traccia di modifiche rispetto al decreto bocciato dal TAR, soprattutto nessuna rimodulazione delle cifre: poco meno di 61 milioni aveva programmato con il decreto 72, altrettanti ne hanno a disposizione per il 2018 i laboratori calabresi accreditati con il nuovo decreto. Una vera e propria sfida quella dello “sceriffo” abruzzese. Non tanto ai privati accreditati che gridano cronicamente allo scandalo, quanto ai magistrati di via De Gasperi. Il TAR infatti era stato netto, condannando la sua gestione. I magistrati avevano spiegato l’errore di Scura. Il commissario, per motivare le minori risorse programmate per gli ambulatori, aveva sostenuto che sarebbero stati gli ospedali ad aumentare le prestazioni. Un dato definito dal TAR meramente ipotetico e non dimostrato. Lo stesso commissario era stato costretto a chiedere alle aziende sanitarie di incrementare “il volume delle prestazioni con turni aggiuntivi del personale anche in considerazione delle numerose unità di personale autorizzate”. Nella nuova stesura del decreto si sostiene che le prestazioni di specialistica ambulatoriale di pubblico e privato accreditato, con l’aggiunta di quelle erogate dai pronto soccorso, supererebbe nel 2017 quota 30 milioni, cioè mediamente 15 prestazioni a calabrese: molto più delle 12 della media nazionale.
Anisap e Federlab, le associazioni che tutelano gli interessi dei proprietari delle strutture ambulatoriali, nel frattempo hanno ridotto i servizi, le economie e purtroppo anche i posti di lavoro. Speravano che l’annullamento del TAR avrebbe fatto rinsavire Scura. Niente di niente: lui tira dritto e nel frattempo invita l’avvocatura dello Stato ad appellarsi alla sentenza del TAR calabrese. La sfida diventa anche di matrice giuridica. Nel frattempo la sanità in Calabria resta intubata: livelli di assistenza sotto i 160 punti, nuovo record nella mobilità passiva, buco di gestione 2017 preventivato a 105 milioni, contro i 101 del 2016. I privati si vedranno questo pomeriggio al Phelipe Hotel di Lamezia Terme per decidere che fare. Intanto il Marrelli Hospital si è inventato una nuova forma di protesta, originale quanto finanziariamente pericolosa. La clinica del medico imprenditore Massimo Marrelli, unico presidio privato di radioterapia in Calabria che aspetta ancora di essere accreditato, invita i pazienti ad usufruire dei propri servizi portando solo la ricetta medica. Non sa Massimo Marrelli se le prestazioni gli verranno rimborsate ma, a questo punto, occorre dimostrare che la sua proposta di medicina non è una fake news: Scura non decreta un budget sufficiente? Marrelli, numeri alla mano, gli dimostra che si sbaglia!
La clinica crotonese, che da gennaio a giugno aveva erogato 6 mila tra tac e risonanze, si aspettava quantomeno che le garantissero la copertura delle prestazioni fornite. Le hanno riconosciuto meno di 150 mila euro, a fronte di un costo che ha superato abbondantemente il milione. Ecco spiegata la crisi finanziaria, causata dall’insufficienza del budget delle degenze ma anche dal mancato rimborso delle prestazioni di diagnostica erogate da gennaio a giugno.
Nei tre mesi che restano i collaboratori delle altre aziende del Gruppo, tra cui Calabrodental, una delle più rinomate cliniche odontoiatriche italiane, si taglieranno lo stipendio per permettere ai dipendenti del Marrelli Hospital di non chiudere. A memoria d’uomo non risulta sia mai successo prima d’ora in Calabria. A questo si aggiunge anche il gesto dei medici della struttura che hanno deciso di lavorare e percepire solo un rimborso spese fino al 31 dicembre. Anche i principali fornitori della struttura contribuiranno a questa forma di solidarietà, spostando i pagamenti delle loro fatture.
Martedì prossimo il medico imprenditore sarà al tavolo convocato dal ministero dello sviluppo economico per affrontare la crisi in cui si trova il suo gruppo aziendale. “Abbiamo bisogno di sapere dal 2 gennaio prossimo cosa si vuol fare della mia clinica: metterla nelle condizioni di produrre prestazioni sanitarie di alta complessità per la salute dei calabresi, oppure continuare ad asfissiarla come si sta facendo dal 2015. Nel secondo caso, ahimè, saremo costretti a prendere decisioni finali”.
Salvatore Audia