Associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni di diversi istituti bancari e all’autoriciclaggio: con queste accuse la Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha arrestato un avvocato e sequestrato un patrimonio, riconducibile alla sua famiglia e ai suoi sodali, del valore di 17 milioni di euro.
Le fiamme gialle del Nucleo Speciale Polizia Valutaria e del locale comando provinciale hanno eseguito, nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro e Roma, un provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria con il quale e’ stata disposta la custodia cautelare in carcere e il sequestro preventivo del provento dei reati contestati.
Il sequestro riguarda il patrimonio aziendale di 6 imprese del settore finanziario, le rispettive quote societarie, 17 beni immobili tra appartamenti, locali e uffici commerciali, autoveicoli nonche’ svariati rapporti finanziari. Ll’avvocato, noto imprenditore e professionista reggino, attraverso la gestione di una societa’ di intermediazione finanziaria ed avvalendosi della cooperazione dei familiari e di terzi – tra i quali un ex direttore di filiale di un importante istituto di credito nazionale – ha sfruttato apposite convenzioni sottoscritte con diversi istituti bancari, appropriandosi indebitamente, con artifizi e raggiri, di ingenti somme di denaro. Denaro che successivamente sarebbe stato ripulito e reinvestito, attraverso operazioni finanziarie e bancarie, in attivita’ economiche ed imprenditoriali gestite da imprese compiacenti o riconducibili al gruppo familiare dell’avvocato. Incassate le rate dai soggetti finanziati, la Finanziaria non le restitutiva alle banche ma le ripuliva attraverso trasferimenti ed investimenti anche all’estero.
Il sequestro riguarda il patrimonio aziendale di 6 imprese del settore finanziario, le rispettive quote societarie, 17 beni immobili tra appartamenti, locali e uffici commerciali, autoveicoli nonche’ svariati rapporti finanziari. Ll’avvocato, noto imprenditore e professionista reggino, attraverso la gestione di una societa’ di intermediazione finanziaria ed avvalendosi della cooperazione dei familiari e di terzi – tra i quali un ex direttore di filiale di un importante istituto di credito nazionale – ha sfruttato apposite convenzioni sottoscritte con diversi istituti bancari, appropriandosi indebitamente, con artifizi e raggiri, di ingenti somme di denaro. Denaro che successivamente sarebbe stato ripulito e reinvestito, attraverso operazioni finanziarie e bancarie, in attivita’ economiche ed imprenditoriali gestite da imprese compiacenti o riconducibili al gruppo familiare dell’avvocato. Incassate le rate dai soggetti finanziati, la Finanziaria non le restitutiva alle banche ma le ripuliva attraverso trasferimenti ed investimenti anche all’estero.