“Siamo assolutamente convinte che nel nostro caso ci sia la prova positiva dell’insussistenza del fatto”.
Sono le parole pronunciate stamattina in aula dall’avvocata Elisabetta Busuito che, assieme alla collega Patrizia Morello, difende l’ex ministro dell’Interno e attuale sindaco di Imperia Claudio Scajola nel processo “Breakfast” che si sta celebrando davanti alla Corte d’Appello di Reggio Calabria.
Accusato di procurata inosservanza della pena e condannato in primo grado a 2 anni di reclusione, Scajola è sotto processo con l’accusa di avere commesso il reato in favore dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, deceduto il 16 settembre 2022 a Dubai, dove si era rifugiato da dieci anni dopo essere stato condannato in via definitiva a tre anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa.
Essendo venuta meno l’aggravante mafiosa, già nella fase del dibattimento di primo grado e su richiesta della stessa Procura, nella precedente udienza la Procura generale aveva chiesto nei confronti di Scajola il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.
Nell’udienza di oggi, le avvocate Busuito e Morello hanno contestato l’impianto accusatorio della Direzione distrettuale antimafia e, nonostante la richiesta di prescrizione avanzata dalla Procura generale, hanno chiesto “l’assoluzione nel merito” per Scajola, presente in aula, criticando le intercettazioni che secondo i legali restituiscono “un dato positivo”.
Per l’avvocata Morello ci sono “una pletora di elementi fattuali e di diritto per dimostrare l’evidente assenza di responsabilità penale in capo a Scajola”.
Secondo la legale, “è completamente assente qualsivoglia contributo materiale posto in essere da Scajola a favore della latitanza di Amedeo Matacena”.
Il processo è stato quindi rinviato al 26 giugno quando si concluderanno le arringhe degli avvocati degli altri imputati e, nella stessa giornata, la Corte d’appello dovrebbe emettere la sentenza.(ANSA)