C’era una rete di fiancheggiatori a proteggere la latitanza di Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro, inseriti nell’elenco dei ricercati pericolosi del Ministero dell’Interno, catturati dalla Polizia a Maropati (RC) il 29 gennaio scorso in un covo costruito in una zona di campagna. Fra gli arrestati nell’operazione “Spazio di Liberta’”, eseguita stamane dalla Polizia di Stato, ci sono, secondo gli inquirenti, coloro che curavano e gestivano la latitanza dei due boss, fungendo da “vivandieri”, assicurandone i collegamenti con gli altri membri della cosca e con i familiari, procurando loro appuntamenti con altre persone o riportando loro e per loro conto i messaggi provenienti dall’esterno dei loro rifugi o da portare agli affiliati. Sarebbero state queste stesse persone a realizzare un covo completamente mimetizzato nella fitta vegetazione, fornito di acqua corrente, energia elettrica, bagno con doccia e cucina. Il blitz che aveva portato alla cattura di Crea e Ferraro era scattato dopo mesi di indagini condotte dalla squadra mobile di Reggio Calabria, con il coordinamento dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia della citta’ dello stretto.