“La protesta degli agricoltori è una protesta giusta, che noi condividiamo, contro alcune politiche comunitarie che non sono assolutamente condivisibili.
Ci sono altre questioni che riguardano più direttamente il nostro Paese come l’aumento del carburante agricolo, dei costi energetici, e l’irpef sui terreni agricoli su cui stiamo spingendo per delle soluzioni.
E poi ci sono altri aspetti come quello relativo ai pagamenti o ai consorzi di bonifica che ereditiamo e l’emergenza ungulati”.
Lo ha detto l’assessore regionale, Gianluca Gallo, in occasione della riunione del tavolo tecnico con i rappresentanti degli agricoltori in lotta, tenutosi alla cittadella regionale.
Alla riunione hanno partecipato i direttori generali Giacomo Giovinazzo (dipartimento risorse agroalimentari) e Salvatore Siviglia (Tutela ambiente e territorio), il presidente della Provincia di Crotone Sergio Ferrari, il sindaco di Crotone Vincenzo Voce e diversi altri primi cittadini. Tanti i rappresentanti degli agricoltori giunti da varie parti della regione e, in particolare, dall’area ionica tra Catanzaro e Crotone.
“Noi lavoriamo per quello che è il nostro passo e per le nostre possibilità – ha aggiunto Gallo – rispetto agli obiettivi che riteniamo essere alla nostra portata e che ci sono stati posti”.
L’agenda posta dagli agricoltori è molto fitta. Si va dalla richiesta di una riforma della Politica agricola comune (Pac), alle esigenze di contrasto della siccità che colpisce soprattutto il crotonese; e ancora: agli interventi per eliminare le difficoltà di collocazione dei prodotti agricoli sul mercato, la questione dei prezzi e dell’elevato aumento dei costi, la mitigazione degli indebitamenti delle aziende.
“Fino ad oggi – ha detto il sindaco di Crotone Vincenzo Voce che ha partecipato alla riunione – la mobilitazione è stata tutto sommato contenuta ma gli animi sono esasperati e c’è chi è pronto ad elevare il livello della protesta creando ancora maggiori disagi. I cittadini, comunque, sono solidali con un settore che è trainante per il nostro pil. Il commercio ormai sta collassando e se dovesse morire pure il settore agricolo è finita davvero per l’economia dei nostri territori”.(ANSA)