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Novembre,23,2024

Porte aperte, contributi alla Calabria. Nuove intese per la sanità regionale

Una riflessione sulla sanità regionale alla luce delle intese che il Marrelli Hospital ha raggiunto con Policlinico Gemelli, Fatebenefratelli, Neuromed e Amethyst Italia
Porte aperte, contributi alla Calabria. Nuove intese per la sanita’ regionale è l’evento organizzato dal Marrelli Hospital che si svolgerà sabato 29 aprile, alle ore 15.00, presso il centro congressi Alkmeon, in localita’ Passovecchio di Crotone. Dopo gli accordi sulla ricerca con le universita’ la sapienza di Roma e Magna Graecia di Catanzaro, nel pomeriggio di sabato saranno sottoscritte intese ufficiali con Policlinicoo Gemelli, Fatebenefratelli, Neuromed e Amethyst. “Siamo pronti a dare un contributo medico-scientifico alla calabria” dichiara il direttore sanitario della clinica crotonese Massimo Marrelli, medico e imprenditore.
Dopo la sessione scientifica, presieduta dal prof. Rosario Sacco, direttore del dipartimento di chirurgia della UMG, a cui parteciperanno Antonio Novelli, Vincenzo Valentini, Giovanni Scambia, Giuseppe Minniti, Paolo Marchetti e Francesco Aquilanti, saluteranno la platea scientifica il sindaco di Crotone Ugo Pugliese e l’arcivescovo della diocesi Mons. Domenico Graziani. Tre le testimonianze che racconteranno esperienze internazionali dell’assistenza italiana nel mondo; quella di Mons. Vito Pinto, decano della sacra rota romana, del padre provinciale fatebenefratelli Fra’ Gerardo D’auria e di Massimo Marrelli.
Prima della sottoscrizione delle quattro intese raggiunte si discuterà anche di politica sanitaria con Giovanni Vrenna, Enrico Zampedri, Barbara Rusinek, massimo agosti, Mario Pietracupa, Riccardo Fatarella, Sergio Arena, Antonio Delvino e il presidente della giunta regionale Mario Oliverio.
Porte Aperte nasce da un’idea del professor Pier Carlo Gentile, direttore del centro di radioterapia San Pietro Fatebenefratelli di Roma. Crotonese trapiantato a Roma, Gentile sostiene da tempo che “la sanità calabrese e’ inadeguata ad affrontare il problema della mobilità sanitaria. Insieme con altri calabresi che come me vivono strutture sanitarie di altre regioni e curano pazienti della Calabria, vogliamo impegnarci in un progetto che cerchi di ridurre una migrazione per me inaccettabile”.

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