Restano indagati per tentato omicidio solo due delle quattro persone arrestate per il pestaggio del poliziotto Giuseppe Sortino che, il 7 ottobre scorso, al culmine di una lite nel quartiere Lampanaro a Crotone, sparò un colpo di pistola uccidendo Francesco Chimirri, 44 anni pizzaiolo di Isola Capo Rizzuto.
È quanto emerge dalla decisione del Tribunale del Riesame che ha revocato la misura cautelare in carcere emessa dal gip di Crotone per quattro congiunti della vittima, disponendo gli arresti domiciliari per Domenico Chimirri (18 anni), Domenico Chimirri (67 anni) figlio e padre della vittima, Antonio Chimirri (41 anni) e Mario Chimirri (36 anni), fratelli del pizzaiolo.
In base alla decisione del Riesame rimangono indagati di tentato omicidio il figlio della vittima Domenico e il fratello Antonio, mentre devono rispondere di lesioni l’altro fratello Mario e il padre Domenico.
Il Riesame, esaminando l’istanza degli avvocati Andrea Filici e Tiziano Saporito, infatti, ha riqualificato i capi di imputazione suddividendo la vicenda in due fasi: quella prima e quella dopo lo sparo che ha ucciso Francesco Chimirri. Per la fase antecedente, ovvero quella della lite scoppiata tra l’agente della Squadra mobile, Francesco ed il diciottenne Domenico Chimirri, il Riesame ha valutato che non sussistano gli elementi per contestare il tentato omicidio ai quattro indagati ed ha annullato ogni accusa per padre e fratelli della vittima modificando, solo per il giovane Domenico Chimirri, l’imputazione da tentato omicidio a lesioni personali. Una decisione, quella del Riesame che ribalta la ricostruzione fatta dal gip secondo cui il vice ispettore della Polizia prima dello sparo era stato aggredito da più persone. Il Riesame, anche sulla scorta di indagini difensive, non avrebbe ritenuto attendibili le testimonianze di due persone nel racconto della vicenda prima dello sparo.
Per la fase successiva allo sparo, invece, restano in piedi le accuse di tentato omicidio aggravato per il figlio della vittima e per lo zio di questi Antonio che, come si vede anche dai numerosi video agli atti dell’inchiesta e pubblicati sui social, hanno pestato a sangue il poliziotto. Domenico Chimirri aveva anche preso la pistola caduta all’agente tentando, senza riuscirci, di sparargli; solo l’intervento del nonno suo omonimo aveva evitato il peggio. Sempre per la seconda fase della drammatica storia è contestata l’accusa di lesioni a Domenico Chimirri e Mario Chimirri, padre e fratello della vittima. Per domattina è stato fissato l’incidente probatorio davanti al gip del Tribunale di Crotone.(ANSA)