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Crotone
Novembre,24,2024

Per Ue solo parte ferroviaria ponte Stretto è co-finanziabile, “il governo prende in giro la UE”, afferma il comitato cittadino ‘Invece del ponte’

La Commissione europea “non è ancora a conoscenza di una decisione definitiva” da parte dell’Italia “per il ponte” sullo stretto di Messina, dunque “le mappe del regolamento Ten-t rivisto mostrano attualmente il progetto allo stadio di studio/idea”.
Lo ha detto la commissaria europea responsabile per i Trasporti, Adina Valean che ha spegato che solo la parte ferroviaria del ponte di Messina sarebbe ammissibile al cofinanziamento da parte Ue.
In merito a questa dichiarazione, in una nota stampa, il comitato cittadino ‘Invece del ponte’ sottolinea che queste affermazioni “sembrano la prova della malafede del governo: chiede soldi all’Europa per studi preliminari quando in Italia racconta di avere già adottato un progetto definitivo, annunciando addirittura, con reiterate forzature normative, l’apertura dei cantieri.
I casi sono due: o il governo ha preso in giro l’Europa chiedendo soldi per studi che non possono essere ‘preliminari’, visto che c’è un progetto ‘definitivo’, o il governo prende in giro gli italiani e il progetto è ancora in alto mare, al punto da necessitare studi preliminari”.
“La Commissaria Valean ha dichiarato di non essere a conoscenza ‘di una decisione definitiva per il ponte’ e che, in base alle informazioni rese dal Governo, ‘le mappe del regolamento Ten-T riveduto mostrano attualmente il progetto allo stadio di “studio/idea’.
Ma la revisione del regolamento Ten-T è avvenuta il 24 aprile scorso, quando il governo aveva già ricevuto da 2 mesi e 10 giorni un progetto qualificato come ‘definitivo’. Il governo non ha informato la Commissione di aver messo in atto la procedura per la decisione ‘definitiva’ in base a un progetto che ritiene tale. È gravissimo.
Ancora, Valean afferma che ‘il promotore del progetto deve studiare alternative ragionevoli pertinenti per il progetto stesso’. Mentre il governo sostiene che non si deve studiare nessuna alternativa, gettando alle ortiche anche la relazione tecnica del ‘gruppo di lavoro’ del Mit che indicava almeno tre alternative al ponte. Insomma, il governo ha fatto credere all’Europa che per il ponte siamo ancora in una fase di ‘studio/idea’, nella quale devono essere considerate accanto al progetto ipotizzato anche ragionevoli ipotesi alternative, e ha chiesto fondi per ‘studi preparatori’, quando fa leggi per ottenere immediatamente un ‘progetto definitivo’ che vuole cantierare senza attendere nemmeno un’approvazione integrale dell’esecutivo”.

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