“Il presidente della Regione, Mario Oliverio, ha inaugurato a Paterno Calabro il primo Centro Antiviolenza del Savuto e delle Serre Cosentine”. Lo comunica una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale della Calabria. “Uno spazio collocato nel cuore del centro storico paternese – aggiunge – presso l’ex chiesa dell’Immacolata, una struttura destinata a supportare tutte le attività di prevenzione e affiancamento, circondata da area verde e spazi per bambini”. “Uno spazio – ha detto il sindaco di Paterno, Lucia Papaianni, introducendo i lavori della bella e partecipata manifestazione – delle donne e per le donne, la cui finalità è quella di assicurare alle vittime di violenza ed ai loro figli l’avvio di percorsi personalizzati volti a costruire l’autonomia personale ed economica e a favorire l’inserimento sociale; finalità è anche quella di migliorare l’integrazione delle istituzioni e degli operatori che incontrano le donne e che costruiscono con loro il progetto di fuoriuscita dalla violenza, sempre nel rispetto della volontà della donna, posta al centro di tutto l’intervento”. “Lo sportello – è detto nella nota – è nato all’interno del Progetto ‘Insieme contro la violenza’ finanziato dalla Regione Calabria. Alla cerimonia di inaugurazione a cui l’assessore regionale Maria Francesca Corigliano, assente per impegni fuori regione, ha fatto pervenire una lettera di saluto e di riflessione, hanno preso parte anche Maria Campolo, coordinatrice del Cav e già legale del Centro contro la violenza alle donne ‘Roberta Lanzino’, la vice presidente dell’associazione nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) Antonella Veltri e le due rappresentanti legali del Centro contro la violenza alle donne ‘Roberta Lanzino’, Roberta Attanasio e Chiara Gravina”. “La crescita di una comunità – ha detto il Presidente Oliverio, nel corso del suo breve intervento di saluto – non consiste solo nella realizzazione di opere pubbliche o nell’organizzazione del territorio, ma dipende soprattutto dall’avere uno sguardo ed un’attenzione costante ai bisogni, alle domande, agli aspetti sociali della vita dei nostri concittadini. E quella che voi avete posto al centro di questa iniziativa è una questione sociale fondamentale per la crescita delle nostre comunità. La violenza che le donne spesso sono state e sono costrette a subire è espressione, in primo luogo, di una organizzazione sociale e di una stratificazione culturale che affonda le proprie ragioni in percorsi e atteggiamenti antichi e sbagliati. Per troppo tempo la donna, soprattutto in Calabria e nel Mezzogiorno, è stata considerata succube, un oggetto, subalterna. Tutto ciò ha alimentato una cultura, spesso silente, omertosa, che ha creato e crea ancora un clima di indifferenza rispetto alla violenza che spesso abita e si nasconde tra le mura domestiche. Questa cultura, questo modo di pensare e agire deve essere assolutamente totalmente ribaltato e cancellato”.