Colpite le famiglie di ‘ndrangheta Scalise e Mezzatesta, che hanno insanguinato negli ultimi anni la Sila catanzarese. E’ questa la risultante dell’Operazione “Reventinum”, che dalle prime ore di oggi, ha visto impegnati i Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro e Reparti speciali sono impegnati nella provincia di Catanzaro ed in alcune località del nord italia in una vasta operazione per l’esecuzione di un fermo di indiziato di delitto per associazione di tipo mafioso ed altro nei confronti di 12 persone ritenute appartenenti alle due contrapposte cosche di ‘ndrangheta attive nell’area montana della Presila catanzarese. Alcuni fermati nell’operazione “Reventinum”, coordinata dalla Dda di Catanzaro, sono accusati anche di violenza privata e sequestro di persona dell’avvocato Francesco Pagliuso, ucciso in un agguato il 9 agosto 2016 a Lamezia Terme. Un sequestro avvenuto, secondo l’accusa, due anni prima. Per il delitto dell’avvocato lametino, nel 2018, è stato arrestato Marco Gallo, titolare di una società di consulenze che, per l’accusa, sarebbe un sicario a pagamento. Per gli inquirenti, Pagliuso sarebbe stato ucciso da Gallo per una vendetta trasversale ed in particolare per la sua vicinanza a Domenico Mezzatesta, l’ex vigile urbano responsabile, insieme al figlio Giovanni, del duplice omicidio, avvenuto nel 2013 in un bar di Decollatura, di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, ritenuti vicini alla famiglia Scalise. Da qui si sarebbe innescata una spirale di sangue, che ha insanguinato la montagna catanzarese.