Operazione dei Carabinieri nelle ultime ore in due regioni, Calabria e Lazio. I militari dell’arma hanno agito nelle province di Roma e in quella di Reggio Calabria dove hanno messo a segno una importante operazione antidroga. Secondo quanto riportato da alcune fonti locali pare che i carabinieri del Comando provinciale di Roma, con il prezioso aiuto dei colleghi di Reggio Calabria, hanno messo a segno delle ordinanze che prevedono misure cautelari personali.
Nel corso del blitz all’alba, le forze dell’ordine hanno effettuato una serie di arresti congiunti a Rocca di Papa e Grottaferrata, sventando un’operazione di traffico di sostanze stupefacenti che coinvolgeva sia italiani che albanesi. L’azione dei carabinieri, supportata dall’unità di Reggio Calabria, è stata avviata in seguito a un’ampia indagine nota come “Tritone”, originatasi inizialmente ad Anzio e Nettuno. L’attività criminale era talmente radicata da allagare i quartieri dei Castelli e l’EUR a Roma.
La Procura di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha emesso un’ordinanza di misure cautelari personali nei confronti di 12 individui gravemente indiziati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio. L’indagine, con radici nell’inchiesta precedente, ha rivelato che l’organizzazione criminale non si limitava solo al traffico di droga, ma aveva anche interessi nel condizionamento della vita politica locale e nel controllo delle attività economiche e degli appalti.
Le forze dell’ordine hanno scoperto che l’organizzazione operava in modo indipendente dalle ‘ndrine, dimostrando una notevole autonomia e capacità decisionale. Le attività illecite sono state finanziate principalmente dai proventi del narcotraffico, con la droga che arrivava dal Sud America e veniva trattata direttamente dai membri della ‘ndrangheta, che avevano stretti legami con i cartelli colombiani.
Secondo le indagini in corso, Vincenzo Italiano, già coinvolto nell’inchiesta Tritone, avrebbe facilitato la connessione tra la Calabria e il gruppo italo-albanese attivo nei Castelli. Le autorità hanno documentato numerosi casi di cessione di cocaina, nonché le solide capacità logistiche dell’organizzazione. Si ritiene che per le importazioni di stupefacenti l’organizzazione disponesse di un pilota, un aereo privato e una superficie d’atterraggio nel comune di Nettuno, utilizzati per il trasporto delle sostanze illecite.