Fissata per il 20 febbraio l’udienza preliminare per l’omicidio di Stefano D’Arca, avvenuto nella notte tra il 7 e l’8 marzo 2019 sotto i portici a Crotone. Undici mesi dopo parte il processo a carico di Giuseppe Cortese, 30 anni, ed il nonno Francesco Pezziniti, 67 anni, accusati della morte del 54enne crotonese. A darne notizia l’edizione cartacea di Gazzetta del Sud. Per nonno e nipote il Pm Giampiero Golluccio ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio. Pezziniti e Cortese sono inoltre accusati di detenzione, porto e ricettazione dell’arma usata per il delitto; il sessantasettenne è accusato anche della detenzione di una revolver con matricola punzonata. Nella notte tra il sette e l’otto marzo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, il cinquantaquattrenne D’arca avrebbe creato dei problemi all’interno del bar, con la discussione che sarebbe continuata al di fuori dell’attività commerciale, con il giovane Giuseppe Cortese, che lasciò il luogo del delitto per recarsi presso l’Hotel Concordia per prelevare una pistola e farvi ritorno dopo qualche minuto. Da qui la discussione sarebbe ripartita, con D’Arca che avrebbe sfidato il giovane a fare fuoco. Nella discussione subentrò Francesco Pezziniti, che avrebbe esploso i colpi mortali. La vittima è stata colpita al petto da cinque colpi di pistola, una calibro 7,65, mentre altri due sono andati a vuoto, con il decesso dichiarato all’arrivo dell’uomo in ospedale. Una notizia che arriva poche ore dopo la lettera della figlia del cinquantaquattrenne, Graziella, inviata alla nostra redazione in cui chiedeva giustizia per suo padre, ma soprattutto esprimeva preoccupazione per l’avvicinarsi della decorrenza dei termini di custodia cautelare. A rappresentare la moglie e la figlia di Stefano D’Arca sono Emanuele Procopio e Jessica Tassone. Fabrizio Gallo rappresenta i fratelli della vittima; Cortese è difeso da Francesco Laratta e Ilda Spadafora e Pezziniti da Aldo Truncè.
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OMICIDIO D'ARCA, IL 20 FEBBRAIO L'UDIENZA PRELIMINARE
