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Novembre,28,2024

'NDRANGHETA, SEQUESTRO BENI PER 1,1 MILIONI ALLA COSCA IANNAZZO

I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro, coordinati dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri e dall’aggiunto Vincenzo Capomolla, hanno eseguito un provvedimento di sequestro di prevenzione di beni per un valore di oltre un milione e centosessantamila euro, emesso dal Tribunale su richiesta della Dda. Destinatari del provvedimento Francesco Iannazzo e il figlio Emanuele, appartenenti all’omonima famiglia di ‘ndrangheta operante nel territorio di Lamezia Terme e comuni limitrofi. I due, esponenti della cosca confederata “Iannazzo-Cannizzaro-Daponte”, erano stati coinvolti nell’operazione “Andromeda”, culminata nel maggio 2015 con l’esecuzione di numerosi arresti. Padre e figlio sono stati poi condannati in primo e secondo grado perché ritenuti colpevoli di associazione mafiosa. La famiglia Iannazzo, tra quelle del lametino, caratterizzate da un’idea “tradizionale” di cosca mafiosa, oltre che dedita ai reati ricompresi negli ambiti tradizionali di interesse criminale, ha da sempre costituito, per gli investigatori, un esempio tipico di “mafia imprenditoriale” capace di avvalersi di un fittissimo reticolo di imprese intestate o comunque facenti capo a esponenti della famiglia. Le indagini patrimoniali condotte dagli investigatori del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro, consentito di ricostruire gli ingenti patrimoni di padre e figlio, i cui valori sono risultati sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati da loro e dai familiari. Il patrimonio sequestrato è costituito da quattro fabbricati, sei terreni, un’autovettura e diversi rapporti bancari e/o finanziari.

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