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Novembre,25,2024

'Ndrangheta: sequestrati beni a Rosario Aricò

La direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria, coordinata della Procura della Repubblica, ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni nei confronti di Rosario Aricò, 57 anni, di Reggio Calabria, con trascorsi lavorativi nel settore dell’ortofrutta. In passato l’Aricò, a seguito del coinvolgimento nell’ambito dell’operazione “Archi”, è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione con sentenza emessa dalla Corte di appello di Reggio Calabria, divenuta definitiva nel 2015, per associazione mafiosa, in qunato considerato vicino alla cosca “Tegano”. In particolare, dalle relative indagini era emerso che lo stesso svolgeva attività di supporto alle azioni criminali della citata cosca, forte del rapporto intrattenuto con il defunto Peppe Schimizzi e con suo cognato Carmelo Barbaro, pluripregiudicato e personaggio di spicco della stessa consorteria criminale. Per la formalizzazione del provvedimento, la sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria ha tenuto conto non solo della pericolosità sociale dell’uomo, per la acclarata appartenenza alla ‘ndrangheta, ma anche della sussistenza di una evidente sproporzione tra i redditi dichiarati dello stesso e dal suo nucleo familiare, rispetto agli acquisti effettuati nel tempo. Fondamentali, per le attività investigative, sono risultate anche le dichiarazioni rese, sul conto dell’Aricò, dai collaboratori di giustizia Giovambattista Fracapane e Roberto Moio. Il patrimonio sottoposto a sequestro consiste in sei unità immobiliari (tra cui una villetta su tre piani con garage e giardino di notevole pregio sita a Reggio Calabria e due appartamenti con garage ubicati a Reggio Calabria e Scilla), due autovetture e disponibilità finanziarie in corso di quantificazione.

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