Ha risposto al gip Karin Catalano, il consigliere regionale della Calabria Nicola Paris, eletto nel 2020 con la lista dell’Udc, arrestato lunedì scorso con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta “Inter Nos” coordinata dalla Dda e dalla Procura ordinaria di Reggio Calabria. Assistito dagli avvocati Francesco Calabrese e Attilio Parrelli, Paris si è dichiarato innocente ed estraneo ai fatti emersi dall’indagine della Guardia di finanza che ha fatto luce sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta negli appalti dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. Nell’inchiesta della procura il consigliere regionale, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari, è accusato di avere “tentato di intervenire con il Governatore facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, per sollecitare il rinnovo contrattuale” del dirigente della struttura Gestione risorse dell’Asp, Giuseppe Corea. Corea, secondo gli inquirenti, è il soggetto grazie al quale le imprese vicine ai clan si accaparravano gli appalti dell’Asp nel settore delle pulizie. Nel corso dell’indagine, i finanzieri hanno intercettato anche le conversazioni tra gli imprenditori e Paris durante un pranzo per festeggiare la proroga dell’incarico al dirigente colluso. Un brindisi che, per i pm, dimostra che Paris sapeva del rapporto corruttivo. L’associazione temporanea di imprese Helios è riuscita per anni ad avere il contratto senza procedura di evidenza pubblica. Nell’inchiesta è finita anche una telefonata di Paris al commissario Asp Gianluigi Scaffidi che è al vaglio degli inquirenti.