Semplice, delicata, amorevole come solo una compagna di vita può esserlo. Le parole di Enza Librandi sono la sintesi dell’ultimo saluto a Nicodemo Librandi, il professore che ha inventato il vino calabrese nel mondo.
Nella chiesa di Sant’Antonio da Padova, a Cirò marina, si sono tenuti i funerali dell’imprenditore calabrese.
Presenze da tutta la Calabria, la famiglia, i suoi collaboratori.
Un uomo sincero e trasparente, che lascia un grande vuoto ma anche un’idea ancora da coltivare.
Credeva alla Calabria, ne parlava come terra di sogni e bellezza. Lui e suo fratello Tonino hanno dimostrato che era, che è possibile.
Per questo c’eravamo anche noi, per testimoniare la sua capacità di incidere nel tessuto morale ed economico di questo pezzo di mondo.
Adesso il testimone passa nelle mani di Raffaele e Paolo, i figli di Nicodemo.
Nessuno ha fatto tanto come Nicodemo per la viticoltura calabrese e dunque del Sud. Librandi è la più importante azienda del vino in Calabria, tra i grandi protagonisti in Italia.
I suoi 78 anni li ha spesi tutti per creare una vera e propria azienda moderna, rilanciando, il Gaglioppo, il Mantonico e il Magliocco, attraverso una serie di etichette indimenticabili che ancora oggi calcano la scena come il Gravello, il Duca Sanfelice, il Magno Megonio, l’Efeso.
Il “Professore” è stato un grande pioniere, ha creato un’azienda modello partendo dalla viticoltura eroica di Cirò Marina. A Rosaneti ha creato un vero e proprio museo della viticultura calabrese, provando anche vitigni internazionali come lo Chardonnay e il Cabernet Savignon.
Il vino rosso del sud, che fa saggiare l’infinito a tutta la gente di bocca buona.
La tua terra ti sarà lieve, professore.