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Novembre,18,2024

LOCRI, CGIL SU VERTENZA CALL&CALL

Il segretario della CGIL Reggio Calabria – Locri Gregorio Pititto esprime massima preoccupazione riguardo alla procedura di licenziamento collettivo di 129 lavoratori della Call&Call di Locri, in seguito all’incontro svoltosi ieri presso il Mise, nel corso del quale il management aziendale ha ribadito la volontà di recedere dai rapporti di lavoro. La CGIL è stata convinta fin da subito che la drammatica situazione occupazionale dovesse essere affrontata sul piano istituzionale affinché venisse tutelato ogni singolo posto di lavoro attualmente in bilico, invocando il doveroso senso di responsabilità della politica.  Infatti non si tratta semplicemente di salvare il reddito di ben 129 lavoratori che, dato il quadro di grave sofferenza del mercato del lavoro nella Locride, difficilmente potrebbero ricollocarsi in breve periodo;  ma di garantire un onesto lavoro che, in un territorio come quello locrideo, è sinonimo di presidio di legalità.  Non a caso il sito produttivo, che oggi è la più grande impresa del comprensorio, è nato nel 2006 proprio per dare una risposta all’illegalità diffusa ed offrire un’opportunità vera e seria ad una fetta importante della popolazione. Tutto ciò è sul punto di sfumare a causa delle difficoltà logistiche a raggiungere Locri denunciate dal committente; difficoltà reali che, però, a volte vengono anche enfatizzate e abusate in ragione di un pregiudizio che, indubbiamente, insiste nei confronti di Locri.  Dunque, al netto delle considerazioni più volte espresse dalla CGIL riguardo allo stato infrastrutturale della Calabria, ora è necessario salvare i dipendenti dall’imminente licenziamento, trovando una soluzione nel corso del tavolo tecnico previsto per domani presso il MISE. Anche perché l’appuntamento di domani rappresenterà l’ultima chance per i lavoratori della Call&Call, dato che dal prossimo 18 settembre il datore di lavoro potrà intimare i licenziamenti.  Il segretario della Camera del Lavoro di Reggio Calabria – Locri Pititto si appella a tutte le istituzioni in grado di fermare questo scempio a danno di 129 famiglie. E chiama in causa in particolare il Ministro dell’Interno Marco Minniti, appellandosi alla sua sensibilità e lungimiranza, nonostante la vertenza non riguardi direttamente il suo dicastero. Infatti la battaglia per la legalità è fatta sì di azioni delle forze dell’ordine e della magistratura, ma passa parimenti attraverso la lotta per ottenere o mantenere un posto di lavoro, perché è anche liberando la popolazione dallo stato di bisogno che si isola la criminalità organizzata.  La CGIL resterà al fianco dei dipendenti fino a che la vertenza non sarà risolta positivamente, urlando il diritto al lavoro e quello, non secondario, di vivere dignitosamente nella propria amata terra.

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