“I dati espressi dalla Banca d’Italia e da ultimo i contenuti della relazione del bilancio sociale dell’Inps ci consegnano un quadro allarmante della nostra regione”. E’ quanto affermano Cgil, Cisl e Uil Calabria, in una nota unitaria a firma dei rispettivi segretari generali, Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo. “Il saldo negativo del dato demografico, l’indice elevato dell’eta’ media regionale, la ripresa strutturale dell’emigrazione, soprattutto quella giovanile, la perdita di altri 42000 posti di lavoro nel 2020, il ricorso alla cassa integrazione ed ai sussidi – si legge – dovrebbero far interrogare tutto il quadro politico regionale e nazionale su dove stia andando il Mezzogiorno del nostro Paese. Le determinazioni ed azioni della giunta regionale, non discusse con nessuno, sono gravi nel metodo e nel merito, perché svolte in un quadro di vacatio politica, essendo il Consiglio regionale sciolto ed in attesa del voto dell’undici di aprile”. Secondo le tre centrali sindacali, “il cosiddetto piano per la ripresa, annunciato da una giunta regionale in scadenza e che dovrebbe svolgere solo le attività correnti, rischia di essere un insieme di interventi a pioggia, senza una idea strutturale per lo sviluppo ed il lavoro che dovrebbe fare un giunta autorevole, e sembra essere finalizzata alla campagna elettorale in corso, cosa questa che dovrebbe essere maggiormente attenzionata dalle forze di opposizione che sono pressoché inesistenti in Consiglio regionale. La Calabria – si sottolinea – non ha avviato nessun dibattito sulla fase economica e sociale determinata dal recovery plan, dalla revisione dei fondi strutturali e dalle altre misure di sostegno determinate dall’emergenza pandemica, ed anche per la situazione della gestione Covid e dei piani vaccinali vi e’ un silenzio totale di giunta e consiglio regionale, che stanno discutendo tra loro solo su come allungare la permanenza in un Consiglio regionale sciolto. La Calabria necessita di interventi strutturali per dare risposte vere ai cittadini calabresi. Alla nostra regione – prosegue la nota – servono riforme ed investimenti, sotto il profilo istituzionale attraverso una revisione del sistema delle amministrazioni locali e dei comuni, delle società a partecipazione pubblica, degli enti strumentali. Servono interventi infrastrutturali da inserire e non contenuti nei recovery plan, come il completamento dell’alta velocità fino a Reggio Calabria, il rilancio del porto di Gioia Tauro e le aree Zes, il completamento dell’intero tracciato della SS 106 e della ferrovia Jonica”. Per Cgil, Cisl e Uil, inoltre, “serve un piano per il lavoro che si intersechi con i capisaldi del next generation Ue, a partire dal rilancio del nostro patrimonio ambientale e culturale, attraverso l’economia circolare, la transizione energetica, l’inclusione sociale, lo sviluppo delle aree interne. Servono interventi strutturali sul lavoro. Invece di rideterminare nuovi bacini di precariato che precarizzano il lavoro rendendolo subalterno alla politica – osservano Sposato, Russo e Biondo – serve sbloccare le assunzioni nella pubblica amministrazione attraverso i concorsi pubblici a partire dalla sanita’, nella giustizia, nelle pubbliche amministrazioni e negli enti locali, che sono stati depotenziati dai pensionamenti determinati da quota 100. Servono investimenti pubblici da parte delle partecipate nazionali che vanno allocati nel mezzogiorno ed in Calabria con un cronoprogramma certo. Serve velocita’ nelle scelte e negli interventi”. Confidando “nella rapida soluzione della crisi di governo nazionale e nella immediatezza del voto regionale dell’11 aprile che non può più essere differito, fermo restando la situazione pandemica, Cgil Cisl Uil Calabria – si legge infine – presenteranno le loro proposte alla deputazione parlamentare calabrese ed ai candidati alla Presidenza della giunta regionale, dopo aver convocato, nei prossimi giorni, gli organismi unitari”.