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Dicembre,24,2024

La Sila “sbanca” alla finalissima del Premio Biosfere dell’Unesco, la Pignanella di Camigliatello Silano si aggiudica due premi

Hanno ottenuto il secondo posto assoluto nella classifica dei premiati e in più l’unico riconoscimento speciale “Stampa” assegnato dalla giuria nazionale di giornalisti critici-gastronomici. I Pantusa del ristorante agrituristico Pignanella di Camigliatello sono stati i soli l’altra sera a salire per ben due volte sul podio dell’Alma, la scuola internazionale di cucina che ha sede nella Reggia ducale di Colorno (Parma).

Col piatto-poesia “Patate e Cicoria” hanno catturato i palati dei giudici del Premio Nazionale Upvivium, Biosfera UNESCO – Gastronomia a km 0. Hanno riscosso successo raccontando con semplicità la cucina di montagna tradizionale silana valorizzando la Patata della Sila Igp, una verdura spontanea come la selvatica cicoria e persino una birra autoctona e “territoriale” proposta in abbinamento, la deliziosa “Sila” prodotta a San Giovanni in Fiore dal birrificio Magia di Gianfranco Marra.

Dopo un serrato testa-a-testa con la squadra che si è aggiudicata il primo posto, quella della Riserva Valle Camonica-Alto Sebino guidata dal giovane chef Gabriele Zucchelli dell’Osteria Al Cantinì di Borno (hanno presentato un raffinato “Peperone rosso, formaggio Bré, prezzemolo e mais”, accompagnato dall’IGT Valcamonica Bianco-Videt), la giuria ha assegnato il secondo premio al ristorante silano, gratificato inoltre dal Premio Stampa deciso dalla Giuria dei critici-gastronomici (presieduta da Andrea Grignaffini e che ha visto tra i componenti il giornalista Gianfranco Manfredi).

La Pignanella è stata particolarmente apprezzata per aver saputo lanciare la sua sfida con un piatto e una bevanda a filiera ultra-corta. Il premio, che consiste, tra l’altro, in uno stage-studio presso la prestigiosa Scuola Internazionale di Cucina Italiana di Colorno (fondata dal Maestro Gualtiero Marchesi), è stato motivato per la capacità di rappresentare al meglio il connubio “uomo & biosfera” del territorio, dando risalto al patrimonio agro-alimentare della Riserve di Biosfera MAB UNESCO-Sila.

“Il nostro piatto è semplicemente Patate e Cicoria” – ha sottolineato Maria Francesca Pantusa presentando alla giuria la preparazione insieme al giovane chef calabro-porteño Angelo Luciano Canarezza. “Una ‘minestrina’, come si dice in Calabria, – ha aggiunto – che arriva dalla tradizione popolare della Sila. Un piatto povero ma ricco di sapore, cucinato con prodotti a Km, anzi a metri 0 della nostra azienda agrituristica a 1300 m slm sull’altipiano silano”.

Il team silano, composto, oltre che da Maria Francesca dalle sorelle  Rosa Linda e Lorenza e dai genitori, Giovanni e Anna Maria Pantusa, fondatori dell’agriturismo, è stato accompagnato a Colorno dalla dottoressa Ada Occhiuzzi, responsabile dell’ufficio Promozione e Marketing del Parco nazionale della Sila e dal dottor Pietro Tarasi, presidente del Consorzio Patate della Sila Igp, il prodotto scelto  quest’anno dal Presidente del Parco della Sila, dottor Francesco Curcio, “per rappresentare lo stretto legame che vi è tra ruralità e conservazione del paesaggio e della biodiversità, accrescendo il valore e le caratteristiche dei prodotti a chilometro zero della biosfera silana”.

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