Un condannato per mafia, Massimiliano SESTITO, di 52 anni, è evaso nella serata del 30 gennaio dall’abitazione dove stava scontando la detenzione domiciliare a Pero, nel Milanese. L’uomo, secondo i carabinieri, per scappare ha manomesso il braccialetto elettronico.
Il 52enne, già condannato a 30 anni per l’omicidio dell’appuntato dei carabinieri Renato Lio, ucciso il 20 agosto 1991 durante un posto di blocco a Soverato, in provincia di Catanzaro, era in attesa di una sentenza della Cassazione per un altro omicidio, quello del boss Vincenzo Femia, esponente di spicco nel panorama criminale della Capitale, ucciso da un commando il 24 gennaio in località Castel di Leva, all’estrema periferia di Roma. Per questo fatto Sestito era finito a processo.
Era stato scarcerato da Terni il 12 gennaio scorso.
“Darò uno squillo al ministro per capire chi è il giudice che aveva deciso che un killer che doveva essere in galera era ai domiciliari”, ha commentato in questo modo l’evasione a Milano di Massimiliano Sestito, Matteo Salvini intervenendo a TeleLombardia. “Puntiamo su una profonda riforma della giustizia: separazione delle carriere, responsabilità civile del giudice che sbaglia perché il ministro può approvare le leggi migliori al mondo, ma se poi qualcuno lascia uscire un ergastolano… ci sarà nome e cognome di chi ha firmato questo permesso”.