Si chiama “Cloaca Maxima”, l’operazione effettuata oggi dai carabinieri forestali di Cosenza, che hanno sequestrato il depuratore consortile “Valle Crati” di Rende. Accertate diverse pratiche illegali nella lavorazione dei reflui, che venivano scaricati nel fiume Crati. Molte le intercettazioni ambientali eseguite dai militari. Sei le misure cautelari interdittive emesse a carico di dirigenti e funzionari dell’impianto. Riguardano gli operai dell’impianto, ai quali e’ stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, e il direttore dell’impianto, sottoposto a una misura interdittiva, per 12 mesi. Tutti e sei rispondono di inquinamento ambientale per avere sversato liquami non depurati nel fiume Crati, che attraversa la citta’ di Cosenza. Lo sversamento ha provocato una compromissione e un deterioramento delle acque del fiume Crati e del relativo ecosistema, alterandone composizione chimica, fisica e batteriologica nonche’ l’aspetto e l’odore. L’impianto, dopo il sequestro, e’ stato affidato ad un custode giudiziario che ha ricevuto incarico di gestirlo senza causare alcuna interruzione del servizio.