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Dicembre,24,2024

In Calabria aumentano le vittime degli incidenti stradali +47,3%

In Calabria, nel 2023, si sono verificati 2.840 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 109 persone e il ferimento di 4.385.
Rispetto al 2022, in controtendenza rispetto all’Italia, c’è una diminuzione poco significativa del numero di incidenti (-0,2%) e dei feriti (-1,9%), mentre si registra un significativo aumento delle vittime (+47,3%) che a livello nazionale sono calate del 3,8%.
È quanto emerge da un report dell’Istat.
Rispetto ai Programmi d’azione Ue per la sicurezza, riferiti ai decenni 2001-2010 e 2011-2020, che impegnano i Paesi a conseguire il dimezzamento dei morti, nel periodo 2001-2010 le vittime sono calate in Calabria del 20,2%, meno della media nazionale (-42,0%); fra il 2010 e il 2023 si registrano variazioni, rispettivamente, di -21,0% e -26,1%.
Nello stesso periodo l’indice di mortalità diminuisce (da 4,1 a 3,8 deceduti ogni 100 incidenti) più di quanto accada a livello nazionale (da 1,9 nel 2010 a 1,8 nel 2023). Nel 2023 aumenta, rispetto al 2010, l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) morti, attestandosi su un valore superiore alla media Italia (56,9% contro 47,6%). Guardando invece agli utenti vulnerabili secondo il ruolo avuto (conducenti/passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni), il loro peso relativo (sul totale dei deceduti) si conferma inferiore a quello nazionale (31,2% contro 50,0%). Sempre tra il 2010 e il 2023 l’incidenza di pedoni deceduti è lievemente aumentata, da 10,1% a 11,9%, mentre nel resto del Paese si è registrato un aumento da un’incidenza del 15,1% al 16,0%.
Nel 2023 il costo dell’incidentalità stradale con lesioni alle persone è stimato in 17,7 miliardi per il territorio nazionale (300 euro pro capite) e in 431 milioni di euro (234 euro pro capite) per la Calabria cje incide per il 2,4% sul totale.
Tra il 2022 e il 2023 l’indice di lesività (numero di feriti ogni 100 incidenti) diminuisce da 157,0 a 154,4 e quello di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato 100) aumenta da 1,6 a 2,4, così come l’indice di mortalità, da 2,6 a 3,8.
L’incidentalità rimane alta lungo la costa e nei capoluogo di provincia: ancora in evidenza le criticità della SS106, lungo la quale si registra il maggior numero di incidenti (239, 15 decessi e 443 feriti), e delle strade SS18 e SS107 mentre gli incidenti più gravi si registrano sulla SS713 Traversale delle Serre (3 decessi su 3 incidenti) e sulla SS682 Ionio-Tirreno (con indici di mortalità e di gravità rispettivamente di 25,0 e 10,8). L’indice di mortalità cresce nelle province di Vibo, Catanzaro e Reggio, diminuisce in quelle di Crotone e Cosenza.
Nel 2023 il maggior numero di incidenti (1.696, il 59,7% del totale) si è verificato sulle strade urbane, con 37 morti (33,9%) e 2.378 feriti (54,2%). Rispetto al 2022 i sinistri diminuiscono sulle strade urbane (-1,5%), aumentano sulle altre categorie (+1,9%) e sulle autostrade (+0,9%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (6,8 decessi ogni 100 incidenti) e sulle autostrade (4,2). Sulle strade urbane il 49,6% dei sinistri si verifica su rettilineo mentre quelli nei pressi di un incrocio sono il 31,3%; seguono quelli nei pressi di una curva (8,0%), di una intersezione (6,5%) e di una rotatoria (2,8%). Sulle strade extraurbane il 60,3% degli incidenti si verifica lungo un rettilineo, il 27,3% in curva e il 4,4% nei pressi di un incrocio.
Nel periodo gennaio-maggio si sono registrati 1.034 incidenti (36,4% del totale) mentre tra giugno e ottobre, in coincidenza del periodo di vacanze, se ne contano 1.331 (il 46,9% del totale), in cui hanno subito lesioni 2.045 persone (46,6%) e 58 sono decedute (53,2%). I mesi più critici sono stati agosto e luglio, con rispettivamente l’11,0% e il 9,9% degli incidenti.
Ad agosto, inoltre, si è registrato il 20,2% delle vittime della strada. Il 79,3% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 21, ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia tra le 3 e le 4 (17,4 morti ogni 100 incidenti) e tra le 21 e le 22 (7,8). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 39,5% degli incidenti notturni, il 52,6% delle vittime e il 42,3% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 4,7 decessi ogni 100 incidenti, il valore più elevato si registra il sabato notte (7,9). Il 43,8% degli incidenti è concentrato nei Poli urbani; considerando anche le Aree di cintura, si arriva al 66,6% del totale. Nei comuni delle Aree interne, gli incidenti rappresentano il 33,4% del totale. Il numero delle vittime aumenta significativamente rispetto al 2022 nel totale dei Centri (+66,7%), così come nelle Aree Interne (+34,1%).
La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (70,5%). La tipologia più diffusa è lo scontro frontale-laterale (914 casi, 19 vittime e 1.562 feriti), seguita dal tamponamento (478 casi, 8 decessi e 835 feriti). La tipologia più pericolosa è la fuoriuscita (9,4 decessi ogni 100 incidenti) seguono lo scontro frontale (9,3), la caduta da veicolo (7,3) e l’urto con veicolo in momentanea fermata o arresto (6,1). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 6,4 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (2,7 decessi).
Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, la velocità elevata, la guida distratta e il mancato rispetto delle regole di precedenza sono le prime tre cause di incidente. I tre gruppi costituiscono complessivamente il 30,4% dei casi.
Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per la classe di età 65+ anni (10,5 per 100 mila abitanti) e per quella 15-29 anni (5,6). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 67,9% delle vittime e il 64,5% dei feriti, le persone trasportate il 20,2% dei morti e il 29,3% dei feriti, i pedoni l’11,9% dei deceduti e il 6,2% dei feriti. Il 69,2% dei pedoni rimasti vittima di incidente appartiene alla classe di età 65+ mentre il 68,0% dei pedoni feriti ha più di 44 anni. Il tasso di lesività standardizzato è maggiore per la classe di età 15-29 anni (470,7 per 100mila abitanti) e per quella 30-44 anni (311,2).(ANSA)

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