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Novembre,28,2024

GIOIA TAURO È LA NOSTRA PICCOLA ROTTERDAM

Il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli ha preso parte con Enrico Giovannini, ministro alle Infrastrutture, ad un incontro sul tema “Mare nostrum: il mediterraneo, nuovo nodo di connessioni” organizzato nell’ambito del Meeting dell’amicizia tra i popoli in corso a Rimini. Agostinelli ha focalizzato il suo intervento sul livello di connettività del porto di Gioia Tauro e dei porti calabresi nel circuito del Mediterraneo. A Gioia Tauro, l’anno in corso è quello che vede cristallizzare il pieno sviluppo dell’intermodalità, grazie ai quotidiani collegamenti con gli hub intermodali di Bari, Nola, Padova e Bologna. Tra gennaio e luglio, il transito in porto ha registrato 423 treni, con una previsione di 900 convogli in un anno”. L’Italia è da sempre caratterizzata da una portualità diffusa dove porti storici servono un hinterland limitrofo. La Calabria ha, invece, una portualità atipica. Grandi porti, artificiali e recenti, sorti non per servire un tessuto produttivo diffuso seppur limitrofo ma per alimentare distretti industriali specifici. I terminalisti Mct e Automar hanno reso, oggi, Gioia Tauro un hub di rilievo regionale mediterraneo che opera nel panorama logistico internazionale. “È il primo porto per connettività in Italia, – ha aggiunto Agostinelli – grazie ai suoi fondali e alla sua capacità di attrarre traffici containerizzati e automobilistici sulle navi più grandi di 401
LFT, poiché nel nostro porto è ubicato il più grande terminal contenitori europeo che si estende su una superficie di 1.700.000 mq. Abbiamo offerto all’Italia il primo porto potenzialmente ‘Nordeuropeo’: grande infrastrutturazione in una zona scarsamente antropizzata, capace di rifornire via “ferro” i distretti industriali del paese. Oggi si tratta di decidere se potenziare la capacità di portare container via ferro da Gioia Tauro al resto d’Italia, realizzando l’alta capacità ferroviaria. Stiamo immaginando per Corigliano Calabro e Crotone due porti che possano diventare degli hub di produzione di parchi eolici off-shore (ce ne sono tre in attesa di autorizzazione in Puglia e Calabria). Strutture avveniristiche e all’avanguardia, installabili anche ad alte profondità poiché dotate di un corpo sommerso che garantisce galleggiamento autonomo. Turbine alte come la Tour Eiffel, interamente costruite e assemblate nei porti calabresi e poi traslate via mare nei parchi di produzione. Se Gioia Tauro è l’occasione per immaginare la nostra Rotterdam, che da sud alimenta il nord, l’eolico off-shore di ultima generazione è l’occasione per garantire al sud un vantaggio energetico, creare una nuova filiera industriale, generare quantitativi enormi di energia rinnovabile e dare una opportunità irripetibile ad un territorio inutilizzato, come Corigliano, un porto moderno e da sempre abbandonato a sé stesso.

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